Corpi per la gloria

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Lc 24,35-48

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Lettura

L’intento dell’Evangelista è sottolineare la continuità tra il Crocifisso ed il Risorto attraverso il segno delle piaghe da guardare e da toccare, lo “spessore” della carne, la richiesta di poter mangiare qualcosa per cancellare l’ipotesi che si tratti di un fantasma. È un richiamo all’attualità della Risurrezione.

Meditazione

L’idea che la risurrezione di Gesù sia un fatto simbolico o, comunque, spirituale attraversa la storia del cristianesimo come possibile deriva. Sono chiamato ad approfondire il legame tra l’identità fisica di Gesù di Nazaret e il volto del Risorto. Come per l’Incarnazione è sempre possibile una deriva spiritualista, ancor più il pericolo si vive per la Risurrezione. Tutti i racconti evangelici della Pasqua sono tesi a sottolineare la continuità tra il Nazareno che camminava per le vie della Palestina e il Cristo risorto dai morti con una attenzione costante alle piaghe. È fuor di dubbio che le piaghe siano gloriose e dunque non più segnate dal dolore, ma vengono esibite come una carta di identità, come una sorta di DNA che attesti la persona di Gesù di Nazaret. Solo in questo brano di Luca si fa riferimento al cibo che il Risorto chiede come prova per fugare le ultime perplessità dei discepoli. Non si tratta qui del “bisogno” del mangiare che appartiene al corpo limitato, quanto alla gioia della mensa (convivialità) che permane come valore anche nella gloria futura. Al di là del dato di fede sulla concretezza della risurrezione, mi piace pensare al legame che si stabilirà tra il corpo che io sono adesso e il corpo glorioso. La luce della Pasqua getta un chiarore di ottimismo e di rispetto, quasi di sacralità, sul mio corpo e quello degli altri, che è guardato non solo come strumento di comunicazione, ma anche come luogo di comunione. Se il mio corpo come quello del Risorto è destinato alla gloria, già oggi, pur tra mille limitazioni, deve essere circondato da rispetto e, nel comportamento e nel portamento, essere intriso di regalità.

Preghiera

Signore Gesù, entra con la luce della Pasqua nei miei pensieri, nei miei sentimenti, nelle mie relazioni, nei miei sensi, perché tutto parli di te.

Agire

Avrò particolare cura nel preparare la mensa domenicale per il pranzo, per celebrare la sacramentalità della convivialità.

Meditazione a cura di mons. Arturo Aiello, vescovo di Teano-Calvi, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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