Primavera, stagione di luce e di poesia

Un florilegio poetico per celebrare i colori della natura e i loro effetti sulle nostre emozioni

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La primavera. Per la meteorologia è il periodo di tre mesi tra la stagione più fredda e quella più calda dell’anno; per gli artisti è un motivo di d’ispirazione che si traduce in molteplici forme espressive (chi non ricorda il celebre dipinto del Botticelli o il movimento delle Quattro stagioni di Vivaldi?); per tutti noi è l’occasione per spalancare le finestre al “nuovo sole” e fare lunghe passeggiate all’aperto…

L’essere umano ha sempre avuto un rapporto speciale con la primavera, che già nell’antico mondo pagano veniva celebrata con rituali allegorici quale momento di rinnovamento e di fertilità. Secondo la psicologia moderna, uno dei fattori fondamentali dell’influenza positiva che la primavera esercita sul nostro umore è rappresentato dal colore. La primavera è un’esplosione di colori. Come dice un proverbio: “Marzo tinge, aprile dipinge”.

Esistono numerose teorie in merito al rapporto fra i colori e le emozioni. In linea di massima, i colori “caldi” (giallo, rosso, arancione) vengono ritenuti stimolanti e positivi, mentre quelli “freddi” (blu, verde, viola) sono considerati scostanti e negativi. Ma gli psicologi mettono in guardia dalle generalizzazioni, perché i colori si rivestono di contenuto emotivo tramite le esperienze a cui li colleghiamo, le quali, a loro volta, possono essere il risultato di stati soggettivi estremamente individuali (come nel caso dell’arte). La nostra “tavolozza cromatica interna” dipenderebbe, in altre parole, non solo dalla percezione visiva dei colori, ma anche dalla nostra capacità di reinterpretarli dal punto di vista emozionale.

Il grande artista russo Vassily Kandinsky, creatore della pittura astratta, intravedeva un nesso strettissimo tra l’opera d’arte e la dimensione spirituale: a suo parere, l’armonia dei colori è fondata su un solo principio: l’efficace contatto con l’anima. Il colore può avere due possibili effetti sullo spettatore: un “effetto fisico” superficiale, determinato dalle vibrazioni percepite dalla retina, ed un “effetto psichico” profondo, dovuto all’energia spirituale attraverso cui il colore si trasmette all’anima.

E i poeti? Beh, i poeti, per loro natura, hanno le antenne tese nei confronti d’ogni fenomeno che sia fonte d’emozione. E questo li rende fedeli amanti della primavera. Sempre pronti a rappresentarne il fascino e il seducente ventaglio cromatico. Ne dà testimonianza il florilegio poetico che abbiamo scelto per i nostri lettori: poesie che cantano la stagione primaverile quale stagione di “luce”, declinando la poeticità della parola “primavera” finanche nei titoli delle composizioni…

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UNA LUCE ESISTE IN PRIMAVERA

di Emily Dickinson

Una luce esiste in primavera
non presente in qualsiasi altro periodo
dell’anno
quando Marzo è a malapena qui
un colore sta là fuori
su campi solitari
che la scienza non può cogliere
ma la natura umana avvertire.

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PRIMAVERA

di Vincenzo Cardarelli

Oggi la primavera
è un vino effervescente.
Spumeggia il primo verde
sui grandi olmi fioriti a ciuffi
ove il germe già cade
come diffusa pioggia.
Tra i rami onusti e prodighi
un cardellino becca.
Verdi persiane squillano
su rosse facciate
che il chiaro allegro vento
di marzo pulisce.
Tutto è color di prato.
Anche l’edera è illusa,
la borraccina è più verde
sui vecchi tronchi immemori
che non hanno stagione,
lungo i ruderi ombrosi e macilenti
cui pur rinnova marzo il greve manto.
Scossa da un fiato immenso
la città vive un giorno
di umori campestri.
Ebbra la primavera corre nel sangue.

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LA PRIMAVERA

di Grazia Deledda

L’inverno aveva rinfrescato anche
il colore delle rocce. Dai monti scendevano,
vene d’argento, mille rivoletti silenziosi,
scintillanti tra il verde vivido dell’erba.
Il torrente sussultava in fondo alla valle tra
i peschi e i mandorli fioriti, e tutto era puro,
giovane, fresco, sotto la luce argentea del cielo.

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FILASTROCCA DI PRIMAVERA

di Gianni Rodari

Filastrocca di primavera
più lungo è il giorno,
più dolce la sera.
Domani forse tra l’erbetta
spunterà qualche violetta:
Oh prima viola fresca e nuova
beato il primo che ti trova,
il tuo profumo gli dirà,
la primavera è giunta, è qua. e ancora in inverno si crederanno,
magari persone di riguardo,
ma il loro calendario va in ritardo.

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MATTINO DI PRIMAVERA

di Giancarlo Castagna

Perdersi in un mattino
chiaro
di primavera
per sentieri segreti
ma che il cuore
conosce
e non dispera trovar la meta.
Perdersi
tra il primo verde dell’erba,
all’ombra vellutata
d’alberi implumi
di primigenie foglie tremolanti.
Perdersi
nel profumo del vento
silenzioso.
Perdersi
davanti al cantar degli uccelli
appena desti al primo
chiaror
del sole mattutino.
Incamminarsi
sul suo sentiero d’oro
e andare, andare
al tremolar dell’aria,
al tremolar del mare,
fremito d’onde chiare,
o delle fronde
che voglion carezzare
la mia fronte,
che vogliono parlare
al cuore ancor sopito,
all’animo stupito.
E andare, andare
senza mai sostare,
senza mai fermare
il lungo camminare,
finché,
smarrito,
alfin non giunga a Te.

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Massimo Nardi

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