Dopo un colloquio privato durato 23 minuti, il Papa ha pronunciato un discorso in cui ha auspicato che l’Italia, “facendo tesoro delle sue nobili tradizioni e della sua cultura largamente ispirata dalla fede cristiana, possa progredire e prosperare nella concordia, offrendo il suo prezioso contributo alla pace e alla giustizia nel mondo”.
Il Pontefice ha ricordato che la storia dell’Italia mostra chiaramente quanto sia grande il contributo del Cristianesimo alla sua cultura e al carattere del popolo italiano, e quanto la fede cristiana abbia permeato l’arte, l’architettura e il costume del Paese.
Tra i temi da affrontare insieme, il Pontefice ha indicato il lavoro per i giovani, la cura dell’ambiente e l’accoglienza dei migranti. A questo proposito ha espresso la personale “gratitudine per l’impegno che l’Italia sta profondendo per accogliere i numerosi migranti che, a rischio della vita, chiedono accoglienza”.
“E’ evidente – ha aggiunto il Papa – che le proporzioni del fenomeno richiedono un coinvolgimento molto più ampio. Non dobbiamo stancarci nel sollecitare un impegno più esteso a livello europeo e internazionale”.
Da parte sua, il presidente Mattarella ha sottolineato il rapporto davvero speciale che esiste tra la Santa Sede e l’Italia. Non si tratta solo di una contiguità territoriale, bensì di relazioni profonde e attenzione al magistero pontificio. “Si tratta – ha aggiunto il Capo di Stato nel suo discorso – di principi e valori fondamentali che caratterizzano la storia contemporanea e la democrazia italiana ed europea e che trovano nelle parole Sue, e dei Suoi eminenti predecessori, punti di riferimento costanti”.
Il Presidente ha fatto riferimento alle tante encicliche sul lavoro, sulla pace, sullo sviluppo, sulla dignità umana, ed ha ribadito l’impegno dell’Italia per accogliere i profughi che tentano di approdare sulle nostre coste, sulle coste dell’Europa, per sfuggire alle guerre, alle persecuzioni, alle carestie.
Mattarella ha invocato un intervento deciso dell’Unione Europea per fermare questa continua perdita di vite umane nel Mediterraneo, rilevando “con quelle vite spezzate si perde la speranza di tante persone e si compromette la dignità della comunità internazionale. Rischiamo di smarrire la nostra umanità” .
Sulla piaga della disoccupazione, il Presidente ha condiviso il pensiero del Papa proponendo una visione dello sviluppo economico e sociale che sappia rimettere al centro la persona e la famiglia. Nel manifestare riconoscenza per “l’azione che la Chiesa svolge a sostegno delle frange più deboli della popolazione”, Mattarella ha poi indicato nel Giubileo della Misericordia l’occasione di riflessione preziosa sui valori della giustizia e della solidarietà insieme a quello della pace”.
“Il richiamo alla misericordia – ha precisato – rilancia, tra gli uomini, la gratuità come valore nei rapporti economici e sociali – come dimostra la straordinaria storia del volontariato italiano – e rilancia la pace come condizione di benessere comune”.
Una parte significativa del discorso, il Presidente l’ha dedicata alla libertà religiosa che appartiene alle più autentiche aspirazioni delle persone e costituisce un cardine della Costituzione italiana e la cui violazione di essa vulnera, nel profondo, i diritti umani e delle comunità”.
“La violenza scatenata contro le comunità cristiane in alcune parti del mondo interpella, con forza, le coscienze di tutti coloro che amano la libertà e la tolleranza”, ha rimarcato il Capo di Stato. E ha concluso sottolineando che “l’Italia si sente impegnata, con tenacia, nell’ambito della comunità internazionale, perché prevalgano i principi di reciproca comprensione e di collaborazione, premessa indispensabile di una vera pace”.
Per leggere il discorso integrale di papa Francesco si può cliccare qui. Il testo completo del discorso di Sergio Mattarella invece si può leggere qui.