Ricevendo in udienza i membri dell’Associazione Cattolica Internazionale di Servizi per la Gioventù Femminile (ACISJF), papa Francesco ho tenuto oggi il seguente discorso.
***
Cari fratelli e sorelle,
dò il benvenuto a voi, membri dell’Associazione Cattolica Internazionale di Servizi per la Gioventù Femminile, in occasione della vostra Assemblea generale. Voi intendete così ritrovare in questi luoghi lo slancio che fu all’origine della vostra Associazione, con il sostegno del mio Predecessore, il Papa Leone XIII, e manifestare oggi la vostra fedeltà al Successore di Pietro.
Esprimo la mia gratitudine per il vostro generoso impegno al servizio delle giovani che vivono in situazioni di precarietà e di sofferenza. Il loro numero in crescita e le molteplici forme di povertà che le toccano ci interpellano e devono suscitare una nuova creatività, per offrire loro il sostegno materiale e spirituale di cui hanno bisogno. Sì, è una vera felicità servire gli altri, come Gesù. Mediante attività permanenti di accoglienza – quanto bisogno di accoglienza hanno queste giovani, quanto bisogno di accoglienza! – e anche attraverso una riflessione per affrontare le nuove sfide generate dal mondo d’oggi, come il fenomeno migratorio, la vostra azione vuole essere al servizio della vita e della dignità della persona, testimoniando che «l’autentica fede nel Figlio di Dio fatto carne è inseparabile dal dono di sé, … dal servizio» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 88). Le giovani che voi accompagnate hanno prima di tutto bisogno di attenzione e di ascolto. Quel tanto umano e tanto divino “apostolato dell’orecchio” stanca, è stancante, ma fa tanto bene! Loro hanno bisogno di questo. Così le potete aiutare a crescere nella fiducia, a trovare dei punti di riferimento e a progredire nella maturità umana e spirituale, nutrita dai valori evangelici. Possiate essere nei loro confronti testimoni credibili, perché facciano esperienza della gioia di sapersi amate da Dio, loro Padre, e chiamate alla felicità!
E, nello stesso tempo, vi invito a lasciarvi istruire da queste giovani alle quali state al fianco e che aiutate. Pur nelle loro difficoltà, esse testimoniano spesso quelle virtù essenziali che sono la fraternità e la solidarietà. Ci ricordano inoltre che siamo fragili e che dipendiamo da Dio e dagli altri. Che lo sguardo misericordioso del Padre ci tocchi e ci aiuti ad accogliere le nostre povertà per andare avanti con fiducia, ed impegnarci insieme in quella “rivoluzione della tenerezza”, – questa è la sfida per voi: fare la rivoluzione della tenerezza. Di questa rivoluzione Gesù ci ha aperto il cammino mediante la sua Incarnazione. E’ bello essere suoi discepoli-missionari, per consolare, illuminare, lenire, ascoltare, liberare, accompagnare. L’esperienza che Lui ci ha donato mediante la sua Risurrezione è una forza vitale che penetra il mondo (cfr ibid., 276) e sulla quale potete appoggiarvi ogni giorno, perché risponde alle aspirazioni più profonde del cuore.
Cari amici, vi auguro che cresca in voi il sentimento di appartenenza alla Chiesa, che è una grande famiglia. Vi invito a continuare ad annunciare a tutti la gioia del Vangelo, tenendo in considerazione la diversità delle culture, delle tradizioni religiose, delle provenienze delle giovani che volete servire, come pure le ricchezze che esigono di essere accolte con rispetto. Possa la fraternità affermarsi tra voi, per far giungere a buon fine con entusiasmo la vostra missione al servizio dei piccoli, per i quali Gesù ha un amore di predilezione! Vi affido all’intercessione della Vergine Maria e chiedo a Dio di colmarvi delle sue benedizioni, come pure le giovani che accogliete e le loro famiglie. E vi chiedo per favore di pregare per me.
© Copyright – Libreria Editrice Vaticana