La Sindone è un “simbolo universale e umano” in cui anche i non credenti desiderano poter riconoscere “il volto di questa figura che è stata fondamentale per la Storia dell’umanità”. Lo ha detto il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura, a margine della conferenza stampa di presentazione del padiglione della Santa Sede all’Expo di Milano.
Il porporato ha citato, a tal proposito, un grande poeta come Jorge Luis Borges, il quale affermava: “Io il volto di Cristo non lo vedo. Il suo non è il volto dei pittori, tuttavia io continuerò a cercarlo fino all’ultimo dei miei passi sulla terra”.
La Sindone, dunque, può aver una funzione di “ricerca da parte del credente e del non credente del mistero della figura di Cristo”.
Sottolineando che l’associazione della Sindone all’immagine di Cristo è credibile per gli elementi scientifici che la datano a duemila anni fa, Ravasi ha tuttavia ribadito che essa “non è una componente di fede”.
Sollecitato da ZENIT a parlare del Giubileo della Misericordia e degli eventi ad esso legati, il cardinale ha affermato: “Di per sé gli eventi che noi pensiamo sono quasi sempre legati ad una dimensione pastorale, anche quando sono altamente tecnici, scientifici o artistici”.
A tal proposito, Ravasi ha citato la Biennale di Venezia, la quale ha come compito il “dialogo con il mondo della cultura artistica contemporanea”, tuttavia, essendo il tema In principio (il verbo si fece carne…), vi è stata una chiara “opzione pastorale e spirituale”.
Sempre in merito al Giubileo, il cardinale ha annunciato un “grande evento sportivo” che non sarà una “partita”, quanto una convocazione di “grandi esperti” e “figure internazionali” e di “comitati olimpici” attorno alle problematiche legate allo sport.
“Lo sport potrebbe sembrare una realtà lontana da risultati di tipo pastorale immediato, tuttavia è legittimo pensare a quando si dice che lo sport è diventato l’‘esperanto dei popoli’”, ha aggiunto Ravasi.
Nell’ambito di una riflessione sulle degenerazioni dello sport legate alla “corruzione”, al “razzismo”, al “doping”, la Santa Sede si impegnerà perché gli eventi molto concreti come quello annunciato “abbiano anche una dimensione spirituale ed esistenziale legata anche alla misericordia” ha poi concluso il porporato.