Nigeria. Le studentesse rapite da Boko Haram. Dopo un anno, ancora silenzio

Il vescovo Kaigama ricorda il dramma delle 219 giovani ed esprime vicinanza alle famiglie. Intanto nel mondo manifestazioni ne celebrano l’anniversario

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“Ad un anno dal loro rapimento non si conosce dove siano le ragazze. È una pena profonda per le famiglie, le cui figlie sono scomparse all’improvviso senza lasciare traccia. Posso immaginare la loro angoscia. Ma non sono sole, perché tutta la comunità e le famiglie nigeriane sono con loro”.

Con queste parole il presidente della Conferenza Episcopale della Nigeria e arcivescovo di Jos, mons. Ingatius Ayau Kaigama, richiama l’attenzione mondiale sul dramma delle 219 giovani studentesse rapite esattamente un anno fa dai miliziani di Boko Haram, nei pressi di un liceo di Chibok, nel nord del paese. 

“Il nostro pensiero va alle ragazze e alla loro famiglie”, dice il presule all’agenzia Fides, il giorno dell’anniversario del sequestro, avvenuto nella notte fra il 14 e 15 aprile. E rimarca come sia “preoccupante constatare come ad un anno di distanza, nonostante gli impegni presi dal nostro governo e dalla comunità internazionale, si sia ottenuto veramente poco: non solo le ragazze non sono state liberate ma non si conosce nemmeno la loro sorte”. 

“D’altro canto siamo grati per i progressi fatti negli ultimi mesi in termini di ripresa del controllo del territorio a Boko Haram, le cui attività sono ora limitate”, afferma l’arcivescovo. “Quello che è importante ora è intensificare gli sforzi per rintracciare le ragazze. Il nuovo governo ha promesso di fare di più. Il presidente eletto, Muhammadu Buhari, è un ex alto ufficiale che conosce le problematiche militari e di intelligence”.

“Speriamo – conclude Kaigama – che sia in grado di delineare una strategia per sconfiggere Boko Haram e portare a case le persone rapite”. 

Intanto, in tutto il mondo si sono svolte cerimonie per celebrare l’anniversario del rapimento delle giovani. In particolare ad Abuja, capitale della Nigeria, hanno marciato per strada 219 ragazze, ognuna di loro in rappresenza di una delle liceali rapite. Le giovani hanno sfilato con un pezzo di nastro adesivo rosso sulla bocca in segno di protesta contro il silenzio del governo sulla vicenda.

Manifestazioni simili sono state pianificate in altre capitali del mondo, tra cui Washington. Mentre a New York, l’Empire State Building sarà illuminato questa notte, nell’ora in cui le ragazze sono state rapite, nei colori del viola e del rosso che simboleggiano la fine delle violenze contro donne e ragazze.

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ZENIT Staff

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