Giacomo ed Ermanno fanno parte di una cooperativa delle Marche che produce mobili. La fabbrica è in crisi e c’è il rischio che le banche chiudano il credito. Una sera Giacomo e Lillo stano cercando di sotterrare dei residui tossici quando si accorgono che dal fosso creato sta emergendo del petrolio. Giacomo è deciso a impiantare una trivella, anche se i costi sono molto alti, mentre Lillo decide, con il resto della cooperativa, di boicottare l’iniziativa perché ecologicamente rischiosa. I due amici si trovano così su due fronti opposti…
Ogni lunedì, il lavoro in fabbrica viene sospeso perché bisogna controllare alla televisione i risultati dell’estrazione del Lotto. Ogni membro della cooperativa compra ogni settimana un biglietto: è il metodo che hanno escogitato per tentare di risollevare le sorti dell’azienda. Procede in questo modo il secondo film di Marco Pontecorvo, che trae spunto dall’attuale situazione economica italiana ma la rivisita con uno sguardo surreale. Anche l’altro tema che viene sviluppato, il confronto generazionale fra padri e figli adolescenti, viene reso cinematograficamente nel modo più fantasioso. Tito, il figlio di Ermanno, è appassionato di fumetti manga; per il padre è solo un perdigiorno e gli impone di venire a lavorare in fabbrica. Nella fantasia del ragazzo tutto si trasforma in una sfida all’ultimo sangue fra lui, giovane guerriero samurai e un mostro gigante che parla un perfetto accento marchigiano (nel film compaiono numerosi inserti animati in stile manga). Anche l’ingegner Lombelli (John Turturro ), l’italo-americano esperto di estrazioni petrolifere, è un tipo insolito. Si muove con la signorilità di un nobile d’altri tempi, che ammannisce a tutti pillole di saggezza sul petrolio, che va trattato con delicatezza, come se si trattasse di una donna.
Questa ed altre macchiette presenti nel film rendono il racconto lieve e spumeggiante con uno stile che può ricordare quello di Ernst Lubischt. Un riferimento che però ci costringe a fare dei distinguo: Lubischt lavorava con sceneggiature di ferro, mentre in questa fotografia dell’Italia di oggi, la levità scivola in semplice qualunquismo (le tasse esose, la burocrazia lenta, la moltiplicazione di negozi di cineserie, un sindacato ormai revisionista) e manca il sostegno di una trama robusta. Il conflitto fra Giacomo ed Ermanno, il primo più pragmatico e propenso ai compromessi, il secondo più idealista, irrigidito in schemi che rimandano ai tempi dei conflitti di fabbrica, alla fine mostra la corda perché ripetitivo e poco approfondito.
Restano al contrario ben espressi molti valori: l’amicizia fra i due protagonisti, che è più salda di qualsiasi barricata ideologica, l’esistenza di un rapporto fecondo e costruttivo fra padri e figli (la parte più fresca e originale del film). Saranno proprio i figli a traghettare i padri verso nuove soluzioni, nuove visioni della vita. Alla fine tutti i conflitti si risolvono perché nessuno è veramente cattivo e tutti sanno ritrovare ciò che li accomuna piuttosto che ciò che li divide. La testa del mostro manga, definitivamente sconfitto, rotola per terra davanti alla fabbrica riconciliata.
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Titolo Originale: Tempo instabile con probabili chiarite
Paese: ITALIA
Anno: 2014
Regia: Marco Pontecorvo
Sceneggiatura: Marco Pontecorvo, Roberto Tiraboschi
Produzione: MARCO VALERIO PUGINI, UTE LEONHARDT PER PANORAMA FILMS, RAI CINE
Durata: 100
Interpreti: Luca Zingaretti, Pasquale Petrolo, Carolina Crescentini, John Turturro
Per ogni approfondimento: http://www.familycinematv.it