Panama. Il Papa: "Non è sufficiente che i poveri raccolgano briciole dalla tavola dei ricchi"

Nel giorno della stretta di mano tra Obama e Castro al VII Vertice delle Americhe, il card. Parolin legge il Messaggio del Santo Padre davanti a 35 capi di Stato

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Ha riscosso grande successo e parecchi applausi il messaggio di Papa Francesco al VII Vertice delle Americhe, che si svolge in questi giorni a Panama. Il testo è stato letto stamane – giorno della “storica” stretta di mano tra Obama e Castro – dal cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, rappresentante della Santa Sede al Summit internazionale, ospite del presidente cattolico Juan Carlos Varela, il quale ha fortemente voluto la presenza del Vaticano al Vertice insieme a quella degli altri 35 capi di Stato.

Proprio al presidente Varela si rivolge la missiva del Santo Padre. In essa riecheggiano i passaggi forti della Evangelii Gaudium circa i temi di “inequità” e “ingiusta distribuzione delle ricchezze e delle risorse”. Fonte, questa, “di conflitti e di violenza fra i popoli” – scrive Francesco -, perché “suppone che il progresso di alcuni si costruisca col necessario sacrificio di altri e che, per poter vivere degnamente, bisogni lottare contro gli altri”.

Un benessere così raggiunto è un benessere “ingiusto”, afferma Bergoglio. Ingiusto “nelle sue radici” perché “attenta alla dignità delle persone” e la offende profondamente. Ci sono infatti “beni di prima necessità”, quali terra, lavoro, casa, ma anche tutti i “servizi pubblici”, come salute, educazione, sicurezza, ambiente, dai quali “nessun essere umano dovrebbe rimanere escluso”.

E se questo è un desiderio universalmente condiviso, sfortunatamente è “ancora lontano dalla realtà”, osserva il Pontefice. Nel mondo, di fatto, continuano a permanere “disuguaglianze ingiuste”. La sfida è perciò realizzare una “globalizzazione della solidarietà e della fraternità” che prenda il posto di quella “globalizzazione della discriminazione e dell’indifferenza” attualmente vigente.

Il nocciolo della questione è infatti sempre lo stesso: “Finché non si consegue una distribuzione equa della ricchezza, non si risolveranno i mali della nostra società”, rimarca Bergoglio citando la sua Esortazione apostolica.

Dicendosi “in sintonia” con il tema scelto per il Vertice, «Prosperità con equità: la sfida della cooperazione nelle Americhe», il Papa incoraggia quindi i partecipanti ad un “dialogo sincero” per unire gli sforzi e superare “le differenze” nel cammino verso il bene comune.   

Nel messaggio, lo sguardo si concentra poi sui paesi del mondo che “hanno sperimentato un forte sviluppo economico negli ultimi anni”, ma soprattutto su quelli che “continuano prostrati nella povertà”. “Nelle economie emergenti – sottolinea il Santo Padre – gran parte della popolazione non ha beneficiato del progresso economico generale, al punto che frequentemente si è aperto un divario maggiore tra ricchi e poveri”.

Si può dire che sia del tutto sbagliata allora la teoria del “gocciolamento” e della “ricaduta favorevole”: “Non è sufficiente sperare che i poveri raccolgano le briciole che cadono dalla tavola dei ricchi”, evidenzia il Vescovo di Roma. Richiama quindi la necessità di “azioni dirette a favore dei più svantaggiati”. Un aspetto, questo, che dovrebbe rappresentare una priorità per tutti i governanti.  

Un cenno va pure al problema dell’immigrazione: “L’immensa disparità delle opportunità tra alcuni paesi e altri fa sì che molte persone si vedano obbligate ad abbandonare la propria terra, la propria famiglia, diventando facile preda del traffico delle persone e del lavoro schiavizzato, senza diritti, né accesso alla giustizia…”, ribadisce il Papa. In alcuni casi, aggiunge, è la mancanza stessa di una cooperazione tra gli Stati a lasciare fuori le persone dalla legalità, “senza possibilità di far valere i propri diritti”, ma anzi “obbligandoli a collocarsi tra quelli che approfittano degli altri o a rassegnarsi a essere vittime di abusi”.

“Sono situazioni nelle quali non basta salvaguardare la legge per difendere i diritti fondamentali della persona, nelle quali, la norma, senza pietà e misericordia, non risponde alla giustizia”, evidenzia Francesco. E denuncia che, a volte, è proprio all’interno di ogni paese che “si creano differenze scandalose e offensive, specialmente tra le popolazioni indigene, nelle zone rurali o nelle periferie delle grandi città”.

Ne consegue che “senza un’autentica difesa di queste persone contro il razzismo, la xenofobia e l’intolleranza, lo Stato di diritto perderebbe la propria legittimità”. Alla luce di questi drammi, è evidente allora che ogni sforzo “per tendere ponti, canali di comunicazione, tessere relazioni, cercare l’intesa” non è mai vano.

In particolare – scrive il Papa al presidente Varela – il Panama, vista la sua situazione geografica che lo colloca nel centro del continente Americano, rendendolo punto di incontro tra nord e sud, tra gli Oceani Pacifico e Atlantico, “è chiamato, pro mundi beneficio, a generare un nuovo ordine di pace e di giustizia e a promuovere la solidarietà e la collaborazione rispettando la giusta autonomia di ogni nazione”.

Per leggere il testo integrale del messaggio si può cliccare qui.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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