L’Associazione Prison Fellowship Italia Onlus ha organizzato, lo scorso sabato 28 marzo, presso la Sala Consiliare del Comune di Nettuno, la Tavola rotonda sul tema Non muri ma ponti: un dialogo possibile e riparativo tra vittime e autori di reato.
L’Incontro ha avuto lo scopo di suscitare una pubblica riflessione sulla Giustizia riparativa, nell’ambito del progetto europeo Building Bridges. Realizzato a partire dal Progetto Sicomoro (STP), sviluppato da Prison Fellowship International (PFI) e condotto da più di 30 organizzazioni Prison Fellowship in tutto il mondo, Building Bridges intende lavorare su un dialogo possibile fra vittime e autori di reato, condividere l’opportunità di cambiare prospettiva anche in condizioni estreme di conflitto e di dolore, abbattendo le mura interiori. Inoltre, coniuga questo modello di riparazione, intesa anche come riconciliazione tra vittima e colpevole, con quello del perdono cristiano.
L’idea è quella di costruire “ponti di speranza” attraverso un dialogo riparativo, dando particolare spazio e voce alle vittime.
Affidato a nove partner europei, il progetto vuole altresì rispondere alla rivendicazione contenuta nella guida internazionale delle Nazioni Unite sulla giustizia per le vittime, alle raccomandazioni del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa per il ricorso alla mediazione nei processi penali e per la realizzazione di percorsi di supporto alla vittima negli Stati membri europei.
Sono intervenuti all’incontro: Marcella Clara Reni, presidente di Prison Fellowship Italia; padre Giovanni Alberti, rettore del Pontificio Santuario Madonna delle Grazie e Santa Maria Goretti di Nettuno (Rm); Federico Reggio, docente dell’Università degli Studi di Padova. Erano presenti, inoltre, alcuni esponenti di associazioni a supporto di vittime e autori di reato sul territorio locale e nazionale e personale e direttori di carceri.
Secondo Marcella Reni, presidente di Prison Fellowship Italia, “nel promuovere un modello di Giustizia riparativa il Progetto “Building Bridges” ricerca soluzioni agli effetti del fatto delittuoso, oltre che nei confronti del reo, anche della vittima e della comunità, e sottolinea la necessità della riparazione del danno causato dal comportamento criminale”.