Questa mattina Papa Francesco ha ricevuto in udienza, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il presidente della Repubblica Slovacca Andrej Kiska, il quale ha successivamente avuto un incontro in Segreteria di Stato con mons. Antoine Camilleri, sotto-segretario per i Rapporti con gli Stati.
I colloqui, durati circa 25 minuti, in inglese con l’interprete, si sono svolti nella ricorrenza del 25° anniversario della ripresa delle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e l’allora Repubblica Federativa Ceca e Slovacca, avvenuta il 19 aprile 1990 e seguita dal viaggio di San Giovanni Paolo II nel Paese.
Nel dialogo – spiega una nota della Sala Stampa vaticana – “è stato espresso vivo compiacimento per i buoni rapporti bilaterali, suggellati dagli Accordi in vigore e dal dialogo proficuo tra la Chiesa e le Autorità civili”. Ci si è poi soffermati “sull’attuale contesto internazionale, con particolare attenzione alle sfide che interessano alcune aree del mondo, specialmente il Medio Oriente, e all’importanza della tutela della dignità della persona umana”.
Al momento dello scambio dei doni, il presidente ha regalato al Papa un grande libro contenente le foto della Slovacchia. Da parte sua, Francesco ha ricambiato con una copia della Esortazione apostolica Evangelii Gaudium e una medaglia di un’artista del secolo scorso che rappresenta un angelo di pace, perché – ha detto il Santo Padre – “il popolo slovacco ha bisogno di pace”. Soprattutto ne hanno bisogno i bambini – ha aggiunto riprendendo il discorso dell’Udienza generale di ieri -, il cui abbandono “è una vergogna”.
Un discorso, questo, che riguarda in prima persona il presidente Kiska, il quale, prima della nomina a Capo di Stato, ha dato vita ad una onlus chiamata “Dobry Anjel” (Angelo Buono) per bimbi ammalati in fase terminale, totalmente finanziata di tasca propria.