Siria: liberati i 300 curdi rapiti dai jihadisti. Ma a Yarmouk è tragedia

Save the Chidren parla di 3500 bambini intrappolati nel campo profughi senza cibo e medicine. Intanto a Tikrit, città irachena liberata, sono state rinvenute fosse comuni contenenti 1700 corpi

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Sono stati liberati i 300 curdi catturati nelle scorse settimane da un gruppo jihadista in una città della provincia di Idlib, in Siria nordoccidentale. Come riferito dal sito della Bbc, gli uomini erano stati sequestrati da bus che viaggiavano dalla città di Afrin ad Aleppo.

Ufficiali del Partito curdo dell’unione democratica (Pyd) accusano Jaysh al Islam (Esercito dell’Islam) di essere responsabile del rapimento, ma finora non ci sono state conferme né rivendicazioni. I curdi sono stati rilasciati in uno scambio di prigionieri, ovvero tre membri del gruppo arrestati dai curdi ad Afrin.

Intanto dal fronte siriano, giunge la dura denuncia di Save the Children che parla di oltre 3500 bambini intrappolati, senza cibo, acqua e assistenza medica, nel campo profughi palestinese di Yarmouk, nella periferia di Damasco. Il campo è attualmente all’80% sotto il controllo dei jihadisti dello Stato islamico, penetrati in forza dell’inusuale alleanza con i qaedisti di al-Nusra.

Sempre l’organizzazione internazionale riferisce che nei giorni scorsi decine di medici volontari, operatori umanitari e civili del campo, sono stati uccisi, rapiti o feriti. Molti risultano ancora dispersi. Notizia, questa, confermata in parte dall’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria che ha parlato di novemilitanti palestinesi brutalmente assassinati dai jihadisti mentre difendevano il campo. Due di loro sono stati decapitati. 

“A Yarmouk stiamo assistendo a una farsa”, sottolinea in un comunicato Roger Hearn, direttore regionale di Save the Children in Medio Oriente, “i palestinesi all’interno della Siria hanno faticosamente mantenuto una posizione di equilibrio per rimanere fuori dal conflitto, e per questo ora sono sotto assedio”.

“Prima Yarmouk era un luogo vivace – prosegue Hearn -, dominato dalla speranza e ora è un luogo di terrore. La vera tragedia è che i palestinesi all’interno della Siria non hanno posto dove scappare e trovare rifugio. È terribile il continuo fallimento della comunità internazionale nei confronti dei palestinesi”.

Le testimonianze degli operatori umanitari sul posto riportano di persone che giacciono in strada, senza la possibilità di essere soccorsi da medici e organizzazioni a causa dei combattimenti. I bambini hanno bisogno di cibo, medicine e protezione e le loro necessità crescono disperatamente di ora in ora, senza che si possa raggiungere il campo profughi. 

Gli attacchi al campo di Yarmouk arrivano dopo due anni di assedio, in cui i civili mancano di sufficiente cibo, acqua e forniture mediche. Gli ospedali all’interno non possono più fornire assistenza sanitaria dopo essere stati distrutti negli ultimi attacchi e le forniture mediche si stanno esaurendo. Attualmente non ci sono strutture sanitarie o ospedali operativi che siano in grado di assistere la popolazione civile intrappolata all’interno del campo assediato e i civili feriti dovrebbero essere immediatamente evacuati dal campo per ricevere assistenza.

Inoltre, i palestinesi in Siria non possono lasciare il paese, perché i confini per loro sono chiusi.

Anche gli operatori umanitari, il personale medico, oltre ai civili palestinesi, sono attualmente in trappola, dopo esser finiti nel mirino dei combattimenti. Proprio oggi elicotteri governativi siriani hanno bombardato postazioni jihadiste nel campo, per rallentare l’avanzata dell’Isis.

E sempre oggi sono state rinvenute a Tikrit, la città irachena appena liberata, delle fosse comuni che potrebbero contenere fino a 1.700 corpi di soldati iracheni uccisi dai miliziani. A darne notizia è la Cnn che ha parlato di 20 corpi ritrovati in una delle fosse. In tutto, le fosse potrebbero essere dieci: otto all’interno del palazzo presidenziale che apparteneva a Saddam Hussein, due appena fuori dalla città.  [S.C.]

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ZENIT Staff

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