Anche il cardinale Angelo Bagnasco si è unito al vigoroso appello del Papa per i cristiani perseguitati lanciato durante il Regina Coeli del Lunedì di Pasqua. Nell’omelia pronunciata durante i Vespri del giorno di Pasqua, nella Cattedrale San Lorenzo a Genova, – ripresa in stralci dalla Radio Vaticana – il presidente della CEI ha rivolto un pensiero a tutti i fratelli “perseguitati, martoriati e uccisi con ferocia”.
Sono stati loro i protagonisti di tante omelie pasquali, ha sottolineato il porporato, perché “era nostro dovere, non potevamo tacere”. “Ma ora – ha domandato – al termine del giorno piu’ grande dell’anno cristiano che cosa ancora avverrà nella carne di tanti fratelli e sorelle? Avranno gustato la gioia della risurrezione? Vedranno un domani migliore?”.
“I cristiani – si è interrogato Bagnasco – potranno entrare nelle loro chiese senza doversi chiedere se ne usciranno vivi? Le ombre scendono da un luogo all’altro, ma le anime dei nostri martiri sono nella luce”.
Secondo il presidente dei vescovi italiani, “le società hanno il dovere di garantire a tutti giustizia, sicurezza e pace, ma il cristiano ha nel cuore anche il perdono quando l’ingiustizia dilania la sua carne”. Per questo motivo, “l’amore di Cristo non sarà certo cancellato da una macabra bandiera nera issata al posto di un crocifisso divelto”, ha assicurato il cardinale.
Come esempio più vivo del perdono e della misericordia cristiana, ha citato quindi il caso di una madre di due giovani martirizzati dai fondamentalisti, che, in un colloquio con lui stesso, si è detta pronta ad accogliere nella sua casa anche l’uomo che ha sgozzato i suoi figli.
“Questo è Vangelo vissuto dalla gente semplice, dai poveri che sono i prediletti di Gesù, da coloro che non si danno arie di sapienti e intelligenti e per questo – ha concluso Bagnasco – sanno riconoscere il primato di Dio anche di fronte alla morte”.