Amnistia

La mamma ti perdona come perdona Dio: cioè perdona e dimentica

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Appena ho saputo che un mio carissimo amico è stato arrestato e messo in carcere, e per di più in cella di rigore, non sono stato più capace di stare fermo.

Chiunque mi vedeva fremere per poterlo andare a trovare, tentava di dissuadermi: carcerati di questo tipo, per un simile reato…non è permesso a nessun parente di visitarli.

Ma tanto ho fatto e brigato, attraverso avvocati amici e giudici disponibili, portando gravi motivazioni e argomenti credibili…sono riuscito ad entrare in quella cella di massima sicurezza.

Un’ora insieme, sorvegliati a vista tutt’è due. Lui, la prima parola che mi ha detto: “Come hai fatto a venire qua dentro?”.

L’aveva fatta grossa…la sua angoscia era costituita dalla paura di non avere più la possibilità di una vita come prima, ma il suo più grande tormento non era tanto quello di essere in carcere – prima o poi sarebbe uscito -, ma il timore che la mamma non lo potesse più perdonare. L’ho rassicurato che sarei andato a trovare la mamma, e gli avrei portato la sua risposta.

Nella visita seguente infatti, gli portai la lettera della mamma che lui stesso mi lesse, trepidante prima, risollevato dopo; lettera che gli restituì il respiro della vera libertà.

Sono contento di riportare le parole della mamma, le parole che lo hanno liberato dal tormento, relativizzando  la pena del carcere: “Tu sei sempre figlio mio; permettimi di dirti che ora lo sei più di prima.

Stai certo, e te lo dico davanti a Dio, che la tua mamma ti perdona come perdona Dio: cioè perdona e dimentica. Ti ringrazio per la gioia che mi dai nel chiedermi perdono”.

Ciao da p. Andrea

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Andrea Panont

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