Il Venerdì Santo, per la Chiesa dell’India, è occasione per ricordare la costante persecuzione anti-cristiana nel Paese. Nei quartieri Santacruz e Vakola, a Mumbai, il Catholic Secular Forum (Csf) ha preparato una serie di manifesti mostrati dai fedeli durante le 14 Stazioni del pellegrinaggio. Sui cartelloni, come riferisce AsiaNews, sono riportati dari e informazioni riguardanti gli attacchi avvenuti nel Paese negli ultimi mesi.
“C’è un piano malvagio dietro questi attacchi, non si tratta di furti o dissacrazioni isolati”, spiega al quotidiano The Indian Express Joseph Dias, presidente del Csf. Che aggiunge: “Lo schema dimostra che queste aggressioni sono pianificate. I cristiani sono considerati obiettivi facili. Se i luoghi santi delle altre religioni fossero stati attaccati in questo modo, il Paese sarebbe in subbuglio”.
La scorsa settimana la National Minorities Commission ha incontrato il card. Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai, e alcuni membri del clero cattolico latino e siro-malabarese. Al centro dei colloqui, il senso di paura e insicurezza che attraversa la comunità cristiana dopo gli attacchi degli ultimi mesi. “L’arcivescovo ha spiegato che la comunità era rattristata per la risposta tardiva delle autorità agli attacchi avvenuti nel Paese”, afferma padre Anthony Charanghat, presente all’incontro in qualità di portavoce dell’arcidiocesi. “Ci dispiace che alcuni segmenti rilascino dichiarazioni accusatorie contro i fedeli e il clero e ci accusino di conversioni forzate – ha aggiunto -. Ci vuole un anno di corso e un affidavit per poter diventare cristiani, se non lo si è di nascita”. Tuttavia, ha aggiunto, “la commissione ha detto che presenteranno le nostre preoccupazioni al governo, ma che essa non può attuare alcun provvedimento in merito”.