"Tanta violenza ed apostasia, ma Cristo porta un seme buono…"

Il messaggio di mons. Luigi Negri ai fedeli della diocesi di Ferrara-Comacchio, in occasione della Pasqua

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Riportiamo di seguito il messaggio di monsignor Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, ai fedeli della sua diocesi, in occasione della Santa Pasqua.

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Carissimi fratelli e sorelle dell’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio,

devo confessarvi, aprendo questo messaggio per la Pasqua di Risurrezione, il forte disagio che provo nel pensare che le grandi parole e le grandi certezze della Risurrezione di Cristo – e in lui della risurrezione dell’uomo e del mondo – rischiano di non colpire più nessuno, nemmeno noi che le diciamo. Infatti queste parole non trovano, o trovano con più difficoltà, le vie del nostro cuore ma spesso trovano le vie di un’emozione immediata, che purtroppo ci soddisfa.

Non trovano però le vie della ragione e invece, purtroppo o per fortuna, l’uomo vive soprattutto di ragioni. Che cosa è costretta a comprendere la nostra ragione in questi mesi e giorni terribili? Una violenza inarrestabile, che caratterizza tutti gli ambiti della nostra vita personale, sociale, nazionale, mondiale. Stiamo mangiando i frutti amari della ribellione a Dio e dell’apostasia da Cristo che comporta inesorabilmente l’apostasia dell’uomo da se stesso. Un odio e un nulla che sembrano respingere le grandi certezze della fede sullo sfondo della nostra coscienza fino a lasciarla totalmente occupata da una quotidianità che non comprende e non corrisponde alle esigenze della vita autentica.

Tuttavia in questa tragedia, che coinvolge l’intera umanità e non solo la cristianità, noi portiamo la novità di Cristo. Infatti con grande umiltà ma con grande realismo – perché la virtù tipica del cristianesimo è il realismo, il realismo nel percepire l’esistenza e nel percepire che la novità è Cristo – noi cristiani sappiamo che solo Cristo ha portato e porta dentro l’esperienza umana un seme buono di verità, di libertà e di giustizia, sovvertendo le radici di male e di violenza presenti nel cuore della società.

Questa, fratelli e sorelle, è la Pasqua: Cristo ha vinto la morte ed è risuscitato, e la morte è il segno vergognoso del male e della violenza. La morte ci ricorda che l’uomo non può realizzarsi con le sue mani, con la sua intelligenza, con la sua volontà.

Cristo è risorto! Con Lui risorgono l’uomo ed il mondo, e questa certezza totale che ha riempito da sempre la mia vita di verità, di letizia, di capacità di sacrificio, di dedizione agli uomini, di bontà e di compagnia per ogni uomo che ho incontrato e incontro – e che sono chiamato a riconoscere per la totalità con cui investe la mia vita – è una certezza che intendo comunicare e trasmettere a voi in questi giorni, da cuore a cuore, affinché ciò che riempie la mia vita, nonostante i miei limiti e le mie fatiche, possa essere sperimentato anche da voi.

Da questa esperienza di vita nuova, proclamata e comunicata, nasca in voi – nelle vostre famiglie, nei rapporti quotidiani, nelle circostanze entro cui fate l’esperienza, molte volte così dura, di una vita quotidiana gravemente segnata dalla povertà – la letizia che è il segno della presenza di Cristo, riconosciuta dalla nostra libertà e corrisposta dal nostro cuore.

Per questo siate lieti, fratelli e sorelle, come ha ricordato spesso San Paolo ai primi cristiani. Abbandonatevi a questa letizia, investite su di essa la totalità dell’intelligenza e del cuore perché Dio possa mantenere, in voi e attraverso voi, la grande promessa che ha fatto a tutta l’umanità attraverso Cristo: «Le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove» (2 Cor 5,17).

Buona Pasqua a tutti, dai più piccoli ai più grandi, da quelli la cui vita è sufficientemente tranquilla a quelli che faticano ad arrivare alla fine del mese, ai malati, agli anziani, perché nella varietà di condizioni e di situazioni Cristo si inserisca nella vostra esistenza come principio nuovo e di vittoria, perché Cristo è la vittoria che vince il mondo.

Buona Pasqua a tutti!

+ Luigi Negri

Arcivescovo di Ferrara-Comacchio e Abate di Pomposa

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ZENIT Staff

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