La Nigeria, sfiancata dal terrorismo islamico di Boko Haram, si appresta ad avere un presidente musulmano. Stando infatti ai risultati preliminari (75% degli Stati scrutinati) delle elezioni, l’ex generale Muhammadu Buhari ha vinto nei principali Stati nel nord del Paese, con 11,5milioni di voti, mentre si ferma per ora a 9,5milioni di voti il capo di Stato uscente, Goodluck Jonathan, di confessione cristiana e al potere dal 2010.
Leader del partito di opposizione Congresso di tutti i progressisti (Apc), Buhari ha iniziato la sua carriera politica negli anni ’70 dapprima come presidente della Corporazione petrolifera nazionale nigeriana e poi come ministro del Petrolio e delle risorse naturali. Buhari salì al potere, nel 1983, e vi rimase due anni, grazie a un colpo di Stato. Negli ultimi anni ha provato a perseguire lo stesso obiettivo ma con metodi democratici: candidato alle presidenziali, è stato sconfitto per tre volte e solo ora è riuscito a vincere le elezioni.
Il suo programma di Governo è incentrato sulla lotta al terrorismo di Boko Haram. I nigeriani ricorderanno il pugno di ferro che Buhari attuò nel 1983, quando riuscì a gestire la crisi del lago Ciad dovuto alle sommosse di gruppi ribelli. Ora l’ex leader militare ha promesso di “eliminare” i jihadisti dal nord del Paese e di ridare “onore” all’esercito nigeriano.
Jihadisti che intanto continuano a disseminare violenza e terrore. Secondo l’inviato delle Nazioni Unite nell’Africa occidentale, Mohammed Ibn Chambas, sono state oltre 40 le vittime – tra i quali alcuni decapitati – di Boko Haram durante le elezioni. Il Consiglio di sicurezza sta discutendo di una risoluzione, proposta da Ciad, Angola e Nigeria, per sostenere e finanziare una forza regionale contro Boko Haram.