Bartolomeo I: "Papa Francesco leader straordinario"

In un’intervista a ‘La Civiltà Cattolica’, il Patriarca ortodosso spiega il contributo che il Pontefice sta dando dal dialogo ecumenico

Share this Entry

La “leadership straordinaria” di papa Francesco, l’ecumenismo e la questione della collegialità. Sono i temi affrontati da Bartolomeo I, Patriarca ecumenico di Costantinopoli, in una lunga intervista rilasciata al direttore de La Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro, che apparirà sul numero del 4 aprile in lingua italiana ed inglese.

Il dialogo tra cattolici e ortodossi – rileva il Patriarca – è una questione “collegata a tanti pregiudizi e polemiche da entrambi i lati”. Bartolomeo I fa esempi concreti di questi problemi: “Ogni volta che tra gli ortodossi si discute sul primato, si pensa subito a quello dell’autorità pontificia, soprattutto alla luce degli abusi in epoca medievale; e ogni volta che tra i cattolici romani si discute della collegialità, si teme immediatamente che l’autorità del Papa sia messa in questione o addirittura che si sorvoli riguardo a essa. Quindi ci vorrà del tempo per discernere le vere preoccupazioni e le intenzioni di ognuno”.

In attesa di questo discernimento, Bartolomeo I sottolinea che “il modo di comportarsi dei leader religiosi avrà un impatto significativo su come viene percepita l’autorità nella Chiesa”. Di qui le sue argomentazioni su papa Francesco. “La sinodalità – dice – ha bisogno di un ‘primo’, del protos: non si intende senza di esso, che è colui che ha il carisma della diakonia al servizio della comunione. Il protos è colui che è alla ricerca del consensus di tutti. E proprio questo è il punto in cui veramente sentiamo che il nostro fratello Francesco ha rivelato una leadership straordinaria”.

Bartolomeo afferma che “sin dall’inizio dell’elezione di papa Francesco abbiamo sentito che c’era qualcosa di speciale in lui: la sua integrità, la sua spontaneità, il suo calore. Questo è il motivo per cui ho deciso di partecipare al suo insediamento o Messa inaugurale nel marzo del 2013”. Si è trattato della prima volta in assoluto che un Arcivescovo di Costantinopoli è stato presente in tale occasione presso la Chiesa di Roma.

Le due Chiese possono già collaborare, in attesa che si sviluppi un lavoro di unità, su molti temi legati “ai bisogni cruciali del nostro mondo”. Proprio per questo – aggiunge Bartolomeo – “ancor più di cinquant’anni fa, vi è un urgente bisogno di riconciliazione, che ha reso gli incontri con il nostro fratello papa Francesco a Gerusalemme e a Roma eventi di grande importanza e di più ampio impatto”.

Parlando nello specifico della Chiesa ortodossa, Bartolomeo è dell’opinione che essa sia in grado “di dare molto in termini di testimonianza, al mondo moderno”. Pertanto il Sinodo del 2016 “sarà un elemento fondamentale per lo sviluppo e la presenza della Chiesa ortodossa nel mondo contemporaneo”.

Il Patriarca osserva tuttavia la presenza di “un elemento conservatore in crescita in molte Chiese e ambienti ortodossi, che reagisce alle sfide contemporanee della nostra epoca rinchiudendosi in un’esistenza soffocante ed escludente”. Atteggiamento non corrisponde alla prassi e la promessa della Chiesa cristiana, che ‘è sempre stata pronta a rispondere a chiunque ci domanda ragione della speranza che è in noi’, come leggiamo nella Prima lettera di Pietro, al capitolo 3”.

Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione