Verrà presentato lunedì 5 maggio, alle 17.30, presso l’Istituto Patristico Augustinianum di Roma (via Paolo VI, 25) il volume Il ruolo distintivo del laico, un manuale sul ruolo dei fedeli laici nella Chiesa e nel mondo, scritto dal cardinale Francis Arinze, prefetto emerito della Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti, pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana.
Insieme all’autore interverranno il cardinale Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici e Vania de Luca, vaticanista di Rainews 24.
Nei 12 capitoli che compongono il libro, il cardinale Arinze si concentra su ciò che è distintivo nell’apostolato dei fedeli laici, che “formano il 99,9% della Chiesa”. Si inizia con alcune riflessioni sulla chiamata all’apostolato di ogni battezzato, la natura dell’apostolato dei laici e le varie forme in cui questo può essere espresso. Ma il messaggio centrale dell’opera risiede nella risposta all’interrogativo “Cosa c’è di tanto particolare nell’apostolato dei laici che lo distingue dall’apostolato del clero e dei religiosi?”.
Il cardinale Arinze ripercorre così quanto la Chiesa ha teorizzato sui laici in una serie di documenti, a partire dal Concilio Vaticano II, con la Costituzione pastorale Gaudium et spes, la Costituzione dogmatica Lumen gentium e il Decreto sull’apostolato dei laici Apostolicam actuositatem. Seguono l’Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi di Paolo VI, la Christifideles laici di Giovanni Paolo II e diversi interventi di Benedetto XVI.
L’autore declina poi quali sono le ragioni più urgenti per l’azione dei laici, dall’esclusione di Dio dalla vita della società alla difesa del matrimonio e della famiglia, dall’evangelizzazione della politica all’immagine del Vangelo presente nei mass media. “Come stanno contribuendo i laici al tessuto sociale in modo che la vita in società sia il più vicino possibile all’ideale del Vangelo? – si domanda il porporato –. Fanno qualcosa i laici quando si accorgono che i mass media presentano le posizioni cattoliche sul matrimonio, la difesa del nascituro e l’importanza della religione nella formazione come antiquate e conservatrici?”.
Il cardinale si sofferma quindi sui risultati raggiunti da alcune iniziative attuate in diversi Paesi, fornendo argomenti per superare le esitazioni riguardo all’impegno attivo dei laici, che spesso hanno origine dall’errore di “identificare la Chiesa con il clero e considerare la missione della Chiesa coincidente con l’apostolato del clero”.
L’autore osserva in proposito che nella Chiesa “ci sono diversi ruoli e ministeri” e tutti sono “necessari e complementari”, poiché sopra ogni cosa rimane una certezza: “La missione specifica del fedele laico è di portare lo spirito di Cristo nelle varie sfere dell’ordine secolare”.