All’inizio di questo mese, le Nazioni Unite hanno tenuto una retrospettiva dei vent’anni trascorsi dalla Conferenza Internazionale su Popolazione e Sviluppo, celebratasi al Cairo nel 1994.
Il meeting ha preso in esame i vari temi relativi alla popolazione, spaziando dall’invecchiamento alla fertilità, dalla mortalità alla migrazione fino all’urbanizzazione.
Il vertice si è caratterizzato per una conferma dell’ormai non nuovo sostegno delle Nazioni Unite all’aborto e alla contraccezione.
Nel Beyond 2014 Global Report pubblicato dalle Nazioni Unite alla vigilia dell’incontro, è contenuto un richiamo a tutti gli stati affinché rimuovano ogni restrizione sulla “salute riproduttiva e l’assistenza sanitaria per gli adolescenti”, che include la contraccezione e l’aborto.
Il Fondo per la Popolazione delle Nazioni Unite (UNPFA) ha anche pubblicato un rapporto che segna l’anniversario della Conferenza del Cairo. Un commento pubblicato dal Catholic Family and Human Rights Institute, da tempo attivo in merito alle questioni relative alle Nazioni Unite, ha osservato che il rapporto ha privilegiato l’aborto rispetto alla salute materna.
Se le Nazioni Unite volessero davvero promuovere lo sviluppo economico e una vita migliore per la gente più povera, proteggendo la vita familiare, farebbero molto più che promuovere una diffusione sempre maggiore di contraccettivi ed un più facile accesso all’aborto.
Un dossier pubblicato lo scorso gennaio dall’Università di Harvard analizza i fattori che influenzano la mobilità intergenerazionale del reddito negli Stati Uniti. Realizzato da un équipe di numerosi autori, il rapporto Where is the Land of Opportunity? The Geography of Intergenerational Mobility in the United States, partendo dall’osservazione che gli Stati Uniti sono spesso visti come la terra delle opportunità.
La realtà è che, comunque, vi sono ampie differenze regionali in merito al numero di persone che, da uno stipendio basso riescono ad approdare a standard migliori.
Il rapporto conclude che vi sono 5 fattori che hanno notevole influenza sulla mobilità: 1) segregazione; 2) diseguaglianza di reddito; 3) qualità scolastica; 4) capitale sociale; 5) struttura familiare.
Gli autori commentano che la struttura familiare è andata al di là del livello individuale, finendo per avere un impatto sulla comunità. “I figli di genitori sposati hanno anche più alti livelli di mobilità verso l’alto, se vivono in comunità con meno genitori single”.
Lo scorso marzo, l’Institute of Marriage and Family del Canada ha pubblicato un rapporto intitolato The unspeakable link between stable families and prosperity.
Statistics Canada, ha osservato il rapporto, ha pubblicato dei dati che mostrano che i genitori single sono maggiormente a rischio povertà. Le famiglie con figli ed entrambi i genitori riscontrano soltanto il 5,7% di incidenza di povertà. In famiglie con madri single tale percentuale sale al 21,8%.
“In una cultura profondamente individualistica, dove non riusciamo a vedere uno scopo per il matrimonio al di fuori di noi stessi, troviamo meno motivazioni a far funzionare i nostri matrimoni”, commenta il rapporto.
Eppure il successo delle famiglie e delle relative comunità sono strettamente legati, sottolinea il rapporto.
“Il settore pubblico può provare ad agire come fosse una famiglia, quando le famiglie non ce la fanno, tuttavia questo sistema non promuove né la prosperità umana, né favorisce dei budget bilanciati”, prosegue il rapporto. “Ci sono cose che sono irrimpiazzabili”.
Il mese precedente l’istituto aveva pubblicato un rapporto dal titolo The Marriage Gap Between Rich and Poor Canadians.
“La nostra analisi mostra che il matrimonio in Canada è legato alla ricchezza a livelli impressionanti”, commenta il rapporto.
“I politici canadesi dovrebbero essere preoccupati della salute del matrimonio, per via del suo contributo alla stabilità economica e alla prosperità umana”, si legge ancora nel documento. Una raccomandazione che può essere valida anche sul piano globale.
All’inizio di aprile, negli Stati Uniti, la rivista Atlantic ha pubblicato un articolo dal titolo Women’s Wages Are Rising: Why Are So Many Families Getting Poorer? (Il reddito delle donne è in aumento: perché allora molte famiglie stanno diventando povere?).
Nel servizio si osserva che, nonostante l’aumento delle opportunità e degli stipendi per le donne, le entrate familiari sono in calo per il 40% delle famiglie più povere.
Una ragione per cui le famiglie a basso reddito stanno precipitando a questi livelli, è il declino del matrimonio tra i poveri e nella classe operaia. Più della metà di queste famiglie è gestita da un solo genitore, osserva l’articolo.
Papa Francesco ha recentemente parlato della necessità di sostenere le famiglie. Nel suo discorso dello scorso 7 aprile ai vescovi della Tanzania in visita a Roma, il Papa ha menzionato il Sinodo per la famiglia in programma per la fine di quest’anno.
“Promovendo la preghiera, la fedeltà coniugale, la monogamia, la purezza e l’umile servizio reciproco nelle famiglie, la Chiesa continua a dare un inestimabile contributo al benessere sociale della Tanzania, che, unito ai suoi apostolati educativo e sanitario, certamente favorirà maggiore stabilità e progresso nel vostro Paese”, ha detto il Santo Padre.
Papa Francesco ha affermato che “non c’è miglior servizio che la Chiesa possa offrire di quello di dare testimonianza della nostra convinzione della santità del dono di Dio della vita e del ruolo fondamentale svolto dalle famiglie spirituali e stabili nel preparare le generazioni più giovani a condurre una vita virtuosa e ad affrontare le sfide del futuro con saggezza, coraggio e generosità”.
La realtà mostra dunque come lo sviluppo economico e la vita familiare siano inestricabilmente legati.