Al soffio dello spirito

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

La morte ha avuto ragione del Cristo, ma solo per tre giorni! Egli è vivo e continua ad accompagnarsi ai suoi, sia pure in forma nuova. Tutta la scena del capitolo 20 del Vangelo secondo Giovanni si presenta come una originale Pentecoste. E tutto avviene la sera di Pasqua. La morte di Gesù è già la sua glorificazione, e subito dopo c’è la Chiesa con il dono dello Spirito. Non c’è bisogno di aspettare cinquanta giorni! Principio e fonte della profonda comunione fra Gesù e i discepoli è il dono dello Spirito Santo: il Risorto è tornato per questo! 

Meditazione

Nei discorsi dell’ultima cena Gesù aveva ripetutamente annunciato la promessa di mandare lo Spirito. Ora la promessa viene superata, perché lo Spirito non viene mandato ma “donato” con il gesto dell’alitare. E come nella creazione Dio comunica la vita all’uomo, così nella risurrezione Gesù comunica ai discepoli la vita nuova nello Spirito. Da allora, il Risorto si incontra là dove si dà il perdono! L’episodio dell’incredulità di Tommaso, e del successivo suo incontro con Gesù, ci presenta la chiusura dell’uomo di fronte al mistero. Ma a tutti Gesù amabilmente si rivela, a ciascuno secondo il suo modo. Per tutti c’è la possibilità di aprirsi alla presenza del Signore. Tommaso ri-vede Gesù quando si riunisce alla comunità, quando accetta umilmente di stare con gli altri, anche se non li capisce a fondo. L’incontro con il Crocifisso Risorto, che dona la pace e il perdono, deve trovare il suo estuario nell’annuncio missionario. L’esperienza della fede, che nella carità del perdono apre alla speranza della pace, non può rimanere ingabbiata tra le mura di una comunità gaudente. Deve spalancare le porte sulle strade di un mondo che ha fame e sete di speranza e di chi sappia indicare nuovi orizzonti di senso, pur nel travaglio di un’esistenza grigia e spesso crocifissa. Ma solo chi ha incontrato il Risorto ed è stato trasformato dalla sua novità di vita lo può testimoniare. E se l’esperienza di fede richiede il coraggio di lasciarsi contestare dalla Parola, l’annuncio esige il coraggio della coerenza, della franchezza, della verità. Poi il racconto termina con la beatitudine della fede. Vedere con gli occhi e comprendere pienamente con la ragione rendono superflua la fede. Una fede “dimostrata” non è più fede, anche se la fede resta una grande amica dell’intelligenza. Beati noi se, aprendo gli occhi sui segni della presenza di Dio nella nostra vita – così com’è, e non come la vorremmo – crediamo alla potenza della risurrezione di Gesù presente tra noi! 

Preghiera

Spirito Santo, Vento d’Amore, metti ali ai miei sogni e speranza in me riaccendi per volare in libertà, nella gioia e in carità. 

Agire

Oggi chiederò con insistenza allo Spirito Santo il dono della pace, per farmi dono di pace e di perdono. 

Meditazione del giorno a cura di monsignorMario Russotto, vescovo di Caltanissetta, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti  info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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