Buona Pasqua e che sia resurrezione per tutti!

Cristo è morto e risorto una volta per sempre e per tutti

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C’è urgenza di vivere una Pasqua vera, meno possibile mescolata ad ingredienti relativistici e alto sonanti, non recintata solo dal puntuale adempimento di una pur oculata tradizione. L’arcivescovo di Catanzaro Squillace, S.E. Vincenzo Bertolone, in questi giorni, teatro di molteplici celebrazioni pasquali, si è augurato che il popolo dei fedeli, in ogni cerimonia santa, non si faccia attrarre “…dalla logica dell’apparire”,  oggi molto forte e in continuo radicamento,  ma si affidi “…a quella ben più importante dell’essere”. Il pastore calabrese ha infatti manifestato la necessità di andare al di là dei vari comitati organizzatori, puntando sulla spontaneità della gente, così come quando Gesù entrò in Gerusalemme, acclamato da una folla casuale. Dobbiamo i credenti, nonostante un edonismo massiccio, avere la responsabilità di seguire nel quotidiano gli inviti costanti che provengono da Papa Francesco, che non si stanca mai di  ricordare ad ogni uomo, quale deve essere il suo vero compito su questa terra, legandolo interamente ad una applicazione storica del vangelo. Nella sua prima Pasqua da pontefice, questo uomo di Dio, appena arrivato “dalla fine del mondo”, non ha esitato a farci capire che il periodo di resurrezione non è altro “… che l’esodo, il passaggio dell’uomo dalla schiavitù del peccato e del male, alla libertà dell’amore e del bene. Perché Dio è vita, solo vita, e la sua gloria, siamo noi, è l’uomo vivente”.  Il successore di Pietro ci ha ricordato che Cristo è morto e risorto una volta per sempre e per tutti e che la forza della Resurrezione, liberante da ogni schiavitù, deve realizzarsi negli spazi concreti della nostra esistenza, nella nostra vita di ogni giorno ed in qualunque tempo.

Indimenticabile questo suo passaggio che fotografa lo stato interiore del mondo, indicandone l’unico rimedio: “Quanti deserti, anche oggi, l’essere umano deve attraversare! Soprattutto il deserto che c’è dentro di lui, quando manca l’amore per Dio e per il prossimo, quando manca la consapevolezza di essere custode di tutto ciò che il Creatore ci ha donato e ci dona. Ma la misericordia di Dio può far fiorire anche la terra più arida, può ridare vita alle ossa inaridite”. Proprio questo papa, fin dal suo “primo passo” in piazza San Pietro, ha mostrato l’esigenza che la Chiesa si riversi tra la gente. Il suo stile di vita ne rappresenta il modello più significativo, al di là di ogni buona intenzione. A mio avviso c’è bisogno di questo ritorno alla comunità cristiana, pur utilizzando ogni strumento innovativo che l’intelligenza dell’uomo mette di continuo a disposizione lungo il suo cammino.  Il papa ha subito parlato del valore delle periferie, delle parrocchie, di luoghi fisici reali e non virtuali, dove ognuno, specie se giovane, si può ritrovare. La rivoluzione tecnologica, mentre porta infinite novità, non deve affossare i valori umani universali che non scadono, non si rottamano, non si sostituiscono con l’ultimo aggiornamento elettronico. Non a caso, proprio qualche giorno prima di salire al trono di Pietro, il cardinale Bergoglio, in preparazione della santa Pasqua, raccomandava ai suoi parroci e ai responsabili delle comunità educative, ma di certo anche a tutti noi che vogliamo vivere nella Parola, che la Chiesa si manifesti nella strada, evidenziando a tutti la presenza concreta del Signore.

Chi volesse contattare l’autore può scrivere al seguente indirizzo email:  egidio.chiarella@libero.it. Per ulteriori informazioni: www.egidiochiarella.it. Per ordinare l’ultimo libro di Egidio Chiarella si può cliccare qui

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Egidio Chiarella

Egidio Chiarella, pubblicista-giornalista, ha fatto parte dell'Ufficio Legislativo e rapporti con il Parlamento del Ministero dell'Istruzione, a Roma. E’ stato docente di ruolo di Lettere presso vari istituti secondari di I e II grado a Lamezia Terme (Calabria). Dal 1999 al 2010 è stato anche Consigliere della Regione Calabria. Ha conseguito la laurea in Materie Letterarie con una tesi sulla Storia delle Tradizioni popolari presso l’Università degli Studi di Messina (Sicilia). E’ autore del romanzo "La nuova primavera dei giovani" e del saggio “Sui Sentieri del vecchio Gesù”, nato su ZENIT e base ideale per incontri e dibattiti in ambienti laici e religiosi. L'ultimo suo lavoro editoriale si intitola "Luci di verità In rete" Editrice Tau - Analisi di tweet sapienziali del teologo mons. Costantino Di Bruno. Conduce su Tele Padre Pio la rubrica culturale - religiosa "Troppa terra e poco cielo".

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