"Giusto un dialogo con la Teologia della Liberazione"

Il prof. Paolo Sorbi ritiene che siano maturi i tempi per una “apertura critica”, e rileva inoltre alcuni errori da parte di Frei Betto

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Il controverso tema della Teologia della Liberazione è tornato a circolare sui media nelle scorse ore, suscitato dall’incontro avvenuto a margine dell’udienza generale di mercoledì tra papa Francesco e Frei Betto.

Alcuni organi d’informazione si sono spinti persino a ricostruire un presunto dialogo tra il Santo Padre e il teologo della liberazione – sulla base di un’intervista di quest’ultimo – costringendo così la Sala Stampa vaticana a intervenire per smentire le false indiscrezioni.

Nonostante il clamore si sia rivelato dunque una bolla di sapone, il professor Paolo Sorbi, sociologo cattolico con alle spalle una militanza giovanile “a sinistra”, sostenitore di “un dialogo franco sul tema della Teologia della Liberazione”, ammette che “un’apertura critica di papa Francesco verso le aree del progressismo si nota sempre di più”.

Apertura da parte della massima autorità della Chiesa cattolica che, inevitabilmente, fa riemergere dall’oblio della memoria anche quelle “contaminazioni” tra cristianesimo e socialismo che si sublimarono nella Teologia della Liberazione.

Il prof. Sorbi rileva che “l’attenzione di papa Francesco è rivolta a entrambe le correnti” del movimento nato in America latina, “sia alla linea di padre Gustavo Gutierrez (ritenuto il fondatore della Teologia della Liberazione, ndr) sia all’ala ‘vetero-marxiana’ incarnata da Frei Betto”.

L’atteggiamento del Santo Padre è apprezzato dal sociologo poiché, “a sconfitta avvenuta da parte del socialismo reale, è giusto un dialogo con ambedue le correnti”.

Sorbi ha conosciuto molto da vicino l’America latina degli anni ’60, le lotte e le rivendicazioni che la caratterizzarono, essendo stato presente sul posto e avendo militato nel movimento argentino della Gioventù Peronista “Jotapè”.

 “Frei Betto, come del resto padre Gutierrez – ammette il sociologo – è stato per la mia generazione che militava nei movimenti di lotta anti-imperialista un punto di riferimento”. La stima nei confronti di Frei Betto, tuttavia, non gli impedisce di riconoscere che “le sue elaborazioni successive non raggiungono una sufficiente autocritica, non tanto sul piano teologico, bensì sul piano politico”.

Autocritica per cosa? Ebbene, risponde il prof. Sorbi, Frei Betto “non ha mai approfondito il grave errore della sua corrente riguardo al rapporto con la democrazia”. Errore che lo fa rimanere legato “a un passato che non ritornerà più”.

In particolare, Sorbi respinge il ricorso alla lotta armata, quando invece “Frei Betto avrebbe dovuto rispondere alla violenza dei regimi che combatteva con i movimenti di massa anti-imperialisti e democratici”.

C’è però un altro errore di valutazione che il professore italiano imputa a Frei Betto. Le false indiscrezioni circolate a seguito della sua intervista fanno riferimento a una richiesta al Santo Padre di riabilitare Giordano Bruno e Meister Eckhart, frati domenicani autori di tesi incriminati dalla Chiesa.

“Su queste dichiarazioni – precisa il prof. Sorbi – va anzitutto capito se si tratta di una ricostruzione fantasiosa dei giornali”. Ma se sono autentiche, “Frei Betto sbaglia per troppa misericordia”. “Il personaggio di Giordano Bruno è – dal punto di vista del sociologo – irrecuperabile: era un ‘mago egizio’”. Il fatto che fosse domenicano – aggiunge – “non vuol dire niente: del resto, anche nell’ordine domenicano, da me amatissimo, vi possono essere degli stupidi”. “Per quanto riguarda Meister Eckhart – conclude Sorbi -, la questione è invece più delicata perché il personaggio è di alto livello”.

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Federico Cenci

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