Parlare con i giovani è sempre bello. Aiuta a non chiudersi nel proprio guscio e ad essere aggiornati sulla realtà del mondo che ci circonda.
Alcuni giorni fa ho incontrato un ragazzo che mi ha posto una domanda sorprendente: “Carlo, possiamo ancora credere nel Catechismo?”.
Di fronte a questo interrogativo, non ho potuto fare a meno di chiedergli: “Perché hai questi dubbi? Che cosa ti spinge a pensare questo?”.
Il giovane mi ha risposto: “Leggo spesso, su internet, notizie sulla Chiesa che sembrano contraddire il Catechismo. L’impressione è che tutto stia cambiando e che gli insegnamenti del Magistero non abbiano più valore. Si parla tanto di misericordia e di Chiesa dalle porte aperte. Si dice anche che non bisogna fissarsi sulle regole e che si deve mettere il Vangelo al centro di tutto. Ma io mi chiedo: qual è la novità? Non mi sembra che la Chiesa, finora, sia stata poco misericordiosa o poco evangelica”.
Ho rassicurato il giovane, dicendogli che il Catechismo della Chiesa cattolica non è stato abolito. Anzi, gli ho detto che bisogna continuare a leggerlo e a diffonderlo con fiducia.
Interrogativi come quelli posti dal giovane sono piuttosto frequenti. Ultimamente si respira un’aria di disorientamento, generata da situazioni dolorose che si verificano negli ambienti ecclesiastici, come il buonismo, la paura di dire la verità, nella carità, e la tendenza a contestare il Magistero della Chiesa.
Alcune pecorelle sono smarrite. Ma l’impressione è che si siano smarriti anche certi pastori, perduti nell’arroganza della “religione fai da te”.
Come possiamo aiutare i ragazzi a superare questa sensazione di disorientamento, generata dai pastori smarriti? La prima cosa da fare è incoraggiare i giovani ad avere sempre un atteggiamento di fiducia nei confronti della Chiesa. La seconda è invitarli a pregare per il Papa, chiunque egli sia, affinché il Signore possa accompagnarlo nel suo cammino.
E’ importante, poi, che i ragazzi conoscano gli insegnamenti del Magistero della Chiesa. E’ utile leggere le Scritture, ma è necessario integrarle con la conoscenza del Catechismo della Chiesa cattolica, che rappresenta una guida sicura per tutti noi.
Occorre anche ricordare ai giovani che non bisogna bere passivamente tutto ciò che viene raccontato dai mezzi di comunicazione. Alcune notizie sulla Chiesa potrebbero non essere vere. Perfino le parole del Papa vengono abilmente tagliate e cucite per cercare di influenzare l’opinione pubblica.
E poi, non bisogna essere pessimisti. Dobbiamo ricordare ai giovani che tutta la storia della Chiesa è stata attraversata da momenti in cui il fumo di Satana sembrava aver preso il sopravvento.
Per fare in modo che questo non accada, bisogna mantenersi pienamente fedeli alla Chiesa e al suo Magistero, evitando di lasciarsi trascinare dalle mode passeggere e dalle tentazioni di buonismo e di falsa misericordia. E’ giusto, infatti, che la Chiesa abbia le porte aperte e sappia accogliere tutti. Ma non deve accogliere il male.
Personalmente, a tutti i giovani sfiduciati, mi piace ricordare le bellissime parole di speranza che Papa Paolo VI confidò ad un suo caro amico, il filosofo francese Jean Guitton, poco prima di morire: “C’è un grande turbamento in questo momento nel mondo della Chiesa, e ciò che è in questione è la fede. Capita ora che mi ripeta la frase oscura di Gesù nel Vangelo di San Luca: ‘Quando il Figlio dell’Uomo ritornerà, troverà ancora la fede sulla Terra?’. Capita che escano dei libri in cui la fede è in ritirata su punti importanti, che gli episcopati tacciano, che non si trovino strani questi libri. Questo, secondo me, è strano. Rileggo talvolta il Vangelo della fine dei tempi e constato che in questo momento emergono alcuni segni di questa fine. Siamo prossimi alla fine? Questo non lo sapremo mai. Occorre tenersi sempre pronti, ma tutto può durare ancora molto a lungo. Ciò che mi colpisce, quando considero il mondo cattolico, è che all’interno del cattolicesimo sembra talvolta predominare un pensiero di tipo non cattolico, e può avvenire che questo pensiero non cattolico all’interno del cattolicesimo diventi domani il più forte. Ma esso non rappresenterà mai il pensiero della Chiesa. Bisogna che sussista un piccolo gregge, per quanto piccolo esso sia”.
Queste splendide parole di Paolo VI sono attualissime e ci fanno capire quanto sia importante essere parte di quel piccolo gregge che ama veramente la Chiesa e che sa guardare al futuro con fiducia e speranza.