Al Teatro San Salvatore di Bologna, venerdì 4 aprile alle 20.30, c’è un appuntamento da non perdere. Philippe Ariño, uno dei massimi esperti francesi di omosessualità, tra gli iniziatori della Manif pour Tous, la “manifestazione per tutti”, il movimento di opposizione al cosiddetto “matrimonio per tutti”, così come l’ha voluto definire il governo di François Hollande. Venerdì a Bologna Philippe presenterà il suo libro appena tradotto in italiano e che in Francia, pubblicato nell’ottobre 2012, ha avuto un grandissimo successo. Il titolo scelto dall’editore, Effatà, contiene già tutto il senso di questo breve saggio: “Omosessualità controcorrente. Vivere secondo la Chiesa ed essere felici”.
Giovane francese di origine spagnola, Philippe Ariño non ha peli sulla lingua e parla molto chiaramente della sua esperienza, non esitando ad affermare che “La Chiesa è la sola ad aver capito tutto sull’omosessualità”. Docente di spagnolo al liceo, cresciuto in una famiglia cristiana, Ariño ha vissuto a lungo la sua situazione adattandosi al modo di fare propostogli dalla società odierna, conoscendo a fondo tutta la realtà del cosiddetto “mondo gay”, con la sua cultura, con i suoi pregiudizi, con le sue false luci. Una vita di continenza e di castità, così come proposta dalla Chiesa, gli sembrava impossibile, lontana ed irrealizzabile. Tanto valeva continuare come gli altri, in uno stile di vita che può apparire la norma in una metropoli come Parigi.
Ma un giorno affiora una consapevolezza nuova e l’esperienza che lo cambia prende vita da una semplice constatazione: “Prima di iniziare il percorso che propone la Chiesa non ero felice, e vedevo che non lo erano nemmeno molte delle persone che mi stavano intorno e ho deciso – dichiara in un’intervista – per la prima volta, di obbedire a quello che la Chiesa chiede alle persone omosessuali. Da quel momento ho scoperto non solo un’unità che non avevo mai avuto prima, ma soprattutto mi sono sentito amato senza dover rinnegare quello che sono”. E da questa consapevolezza di sentirsi amato nasce in Philippe un grande desiderio di comunicare agli altri che sì, è possibile vivere nella Chiesa anche avendo tendenze omosessuali e che, anzi, è solo con Cristo e nella Chiesa che ci si può sentire pienamente persona, indipendentemente dai propri desideri o pulsioni, sperimentando il Cielo già su questa terra.
Di qui la grande attenzione dedicata da Ariño alle parole usate: dal momento che è l’essere persona ad identificarci, non ha più senso definire qualcuno omosessuale o eterosessuale. Un inganno in cui cadono molti, afferma Philippe, con il risultato di mette il desiderio sessuale al centro di tutto e di utilizzare gli stessi schemi mentali di coloro che promuovono le unioni tra persone dello stesso sesso, l’ideologia del genere e la distruzione della famiglia.
Andare al di là di questi schemi significa cambiare paradigma e guardare al desiderio di tipo omosessuale non come ad una condanna o ad uno status di vita, ma come ad una vera e propria “ferita spirituale. Il coraggio di squarciare il velo sulla violenza e la sofferenza che si celano dietro al comportamento omosessuale apre uno spiraglio di speranza, che restituisce senso a quest’esperienza in una prospettiva escatologica che solo la Chiesa cattolica è riuscita a cogliere”[1]. Un messaggio da comprendere e da diffondere, in questi tempi di attacchi sempre più persistenti all’istituto del matrimonio e alla dualità inestimabile del maschile e del femminile. (N.S.)
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NOTE
(1) Estratto dalla premessa al libro di Philippe Ariño: Omosessualità Controcorrente. Vivere secondo la Chiesa ed essere felici (Effatà Editrice, 80 p., Euro 8,00).