Un incontro diplomatico importante che avrebbe dovuto avvenire un anno fa ma che fu rimandato per le precarie condizioni salute della Regina d’Inghilterra.
Nel primo pomeriggio di oggi Elisabetta II è stata finalmente ricevuta da papa Francesco, al termine di una visita lampo a Roma che, in mattinata, aveva visto l’incontro tra la sovrana britannica e il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, seguito da un pranzo al Quirinale.
Erano quasi due anni e mezzo, esattamente dal novembre 2011, che Elisabetta non viaggiava fuori dall’Inghilterra. L’ultima visita in Italia della Regina, oggi 87enne, risaliva al 2000, quando incontrò il beato Giovanni Paolo II. Quasi quarant’anni prima, nel 1961 Elisabetta era stata ricevuta in udienza in Vaticano dal beato Giovanni XXIII.
La vettura cerimoniale con a bordo la sovrana e il principe consorte, il duca Filippo di Edinburgo, è apparsa poco dopo le 15, con leggero ritardo sulla tabella di marcia, lungo via della Conciliazione, scortata da un imponente corteo di scorta, composto da carabinieri in motocicletta e da numerose automobili.
Elisabetta e Filippo sono stati accolti intorno alle 15.20 nel piazzale Giovanni Paolo II – tra l’aula Paolo VI e il Palazzo della Canonica – dal Segretario di Stato Vaticano, cardinale Pietro Parolin, dal Segretario per i Rapporti con gli Stati, monsignor Dominique Mamberti, dal Sottosegretario per i Rapporti con gli Stati, monsignor Antoine Camilleri, e dal cardinale Cormac Murphy O’Connor, arcivescovo emerito di Westminster, che attendeva nell’auletta interna all’edificio.
L’incontro con il Papa è avvenuto in un contesto insolito e informale, nell’auletta Paolo VI, accanto al Fungo progettato da Luigi Nervi, anziché nello studio del Santo Padre al Palazzo Apostolico, come da consuetudine.
Il Pontefice ha accolto l’ospite con un “welcome”, mentre la Regina si è subito scusata per il ritardo: “Mi spiace di averla fatta aspettare, ho avuto un piacevole pranzo con il Presidente”, ha detto.
Il colloquio privato tra i due capi di stato è durato poco meno di venti minuti, in un’atmosfera sorridente e rilassata.
Il tradizionale scambio di doni è avvenuto in un’auletta attigua a quella del colloquio privato. Elisabetta ha consegnato al Santo Padre un cesto di prodotti biologici, in particolare marmellate e bevande, coltivati nei terreni dei Windsor, a Buckingham Palace, a Sandringham nel Norfolk, nel castello di Windsor e nel castello di Balmarol.
Ha poi aggiunto una parte extra del regalo che “non entrava nel cesto”: un barattolo di miele prodotto nei giardini di Buckingham Palace e prodotto personalmente per il Pontefice. “Spero sia qualcosa di insolito per lei”, ha commentato la Regina.
Da parte sua, papa Francesco ha portato in dono alla Regina un fac-simile in formato pergamena del decreto di estensione alla Chiesa Universale del culto di Sant’Edoardo il Confessore, re d’Inghilterra dal 1043 al 1066, sovrano assai amato dai sudditi per la sua carità e generosità.
Antenato della famiglia reale inglese, re Edoardo ordinò l’edificazione della cattedrale di Westminster, dove è tuttora sepolto. Il suo culto è stato esteso alla Chiesa Universale da papa Innocenzo XI nel 1679.
“Oh, è stato canonizzato, vero?”, ha esclamato il principe Filippo, celebre per le sue gaffe e per il suo umorismo surreale.
Al duca di Edinburgo, papa Francesco ha regalato il trittico delle medaglie del Pontificato, in oro, argento e bronzo, tutte recanti il volto del Santo Padre.
Un altro dono del Pontefice è stato consegnato alla sovrana britannica, perché lo porti al bisnipote George, principe di Cambridge, figlio dei principi William e Kate, che compirà un anno il prossimo luglio. “Questo è per il piccolino”, ha detto, porgendole un globo terrestre in lapislazzulo, sormontato da una croce argentea di Sant’Edoardo. “Quando sarà più grande ne rimarrà estasiato”, ha replicato la Regina.
Accompagnati dal Papa fino all’ingresso dell’Aula Paolo VI, la regina Elisabetta e il principe Filippo hanno lasciato il Vaticano in automobile intorno alle 16, per dirigersi verso l’aeroporto di Ciampino, al termine della loro breve visita a Roma.