Accordo Santa Sede-Capo Verde: oggi lo scambio degli Strumenti di ratifica

Stamane l’udienza del Papa al premier José Maria Pereira Neves. Il cardinale Parolin: “L’Accordo segno tangibile di quella ‘cultura dell’incontro’ oggi urgente nel contesto internazionale”

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Papa Francesco ha ricevuto in udienza, questa mattina, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il primo ministro della Repubblica di Capo Verde, José Maria Pereira Neves. Il premier ha successivamente incontrato il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin e mons. Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati.

Con Parolin, Pereira Neves ha poi proceduto, nella Sala dei Trattati del Palazzo Apostolico, allo scambio degli Strumenti di ratifica dell’Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica di Capo Verde sullo Statuto Giuridico della Chiesa Cattolica in Capo Verde, firmato a Praia il 10 giugno 2013.

L’Accordo – riferisce una nota della Sala Stampa vaticana – è composto da 30 articoli, consolida ulteriormente i vincoli di amicizia e di collaborazione esistenti tra le due Parti e stabilisce il Quadro giuridico e normativo di riferimento. Inoltre, riconosce le domeniche come giorni festivi e regola vari ambiti di comune interesse, quali: la tutela dei luoghi di culto e delle celebrazioni e gli effetti civili del matrimonio canonico e delle sentenze ecclesiastiche in materia.

Garantisce poi le istituzioni cattoliche di istruzione e di educazione; l’insegnamento della religione nelle scuole; l’attività assistenziale e caritativa della Chiesa; la cura pastorale nelle forze armate, nelle strutture penitenziarie e negli ospedali, nonché il regime patrimoniale e fiscale. L’Accordo entra in vigore nel trentesimo giorno dallo scambio degli Strumenti di ratifica.

Durante la cerimonia di stamane, il cardinale Parolin ha poi rivolto un breve discorso al primo ministro e alla delegazione di Capo Verde. Il porporato ha guardato “con soddisfazione” al tempo trascorso dall’allacciamento delle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e la Repubblica africana, nel 1976, poco dopo l’indipendenza.

“Durante questi anni – ha detto – si è compiuto un cammino cordiale e fecondo”, e “si sono poste le basi per una collaborazione sempre più efficace, pronta a rendere ragione di antiche attese”, così come “di rispondere convenientemente alle domande pastorali e sociali di oggi”.

Di certo, ha ammesso il Segretario di Stato, il solenne Atto di oggi “non costituisce un punto di arrivo”, quanto piuttosto “un rilancio dell’impegno delle due Parti per il bene di tutto il popolo capoverdiano”. In particolare, poi, per la Chiesa in Capo Verde “assume il valore di un evento storico, segno dell’ottima collaborazione tra le Autorità politiche e la Comunità cattolica”.

In quest’ottica, l’Accordo tra Santa Sede e Capo Verde – ha sottolineato Parolin – si può definire un “segno tangibile di quella ‘cultura dell’incontro’ di cui il Santo Padre Francesco non si stanca di richiamare l’importanza, anzi, l’urgenza nell’attuale contesto internazionale”.

Dunque quello di oggi è “un momento di gratitudine e di speranza”: gratitudine, ha spiegato il cardinale, “per il buon lavoro compiuto, con piena soddisfazione sia da parte civile sia da parte ecclesiastica”; speranza, perché il documento “ci incoraggia a guardare al futuro con un buon quadro normativo di riferimento, ma anche aperto ad ogni possibile miglioramento futuro per il bene di tutta la Società”.

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ZENIT Staff

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