Il Pontificio Istituto Biblico di Roma ospiterà l’8 aprile la presentazione dei due volumi I Vangeli: Storia e cristologia. La ricerca di Joseph Ratzinger, che contengono i lavori del Simposio internazionale svoltosi dal 24 al 26 ottobre 2013 a Roma, con la partecipazione di oltre 450 persone. In preparazione all’appuntamento, abbiamo posto alcune domande a monsignor Ermenegildo Manicardi, rettore dell’Almo Collegio Capranica di Roma, tra gli organizzatori del Simposio e tra i curatori dei volumi.
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Monsignore, cosa ha detto quell’evento alla Chiesa e alla comunità scientifica internazionale? Quale è stata la sua importanza?
Mons. Manicardi: Ha parlato soprattutto dell’impatto grande che il lavoro di Joseph Ratzinger ha avuto anche sul mondo scientifico, un aspetto forse finora trascurato. Un primo bilancio di tale recezione si trova già all’inizio del II volume ed è proposto dallo stesso Ratzinger. Ivi l’autore ha mostrato con schiettezza la sua soddisfazione, parlando del prezioso incoraggiamento ricevuto dalle reazioni sostanzialmente positive di grandi maestri dell’esegesi come Martin Hengel, Rudolf Schnackenburg, Franz Mussner. Egli salutava inoltre un acquisito “fratello ecumenico”, citando l’opera Jesus del teologo protestante Joachim Ringleben. Il Simposio di ottobre e la pubblicazione degli Atti hanno potuto proporre alcune verifiche puntuali con lavori e, di fatto, testimonianze da tutto il mondo. I relatori rappresentano, per abbondante campionatura, un buon atlante: ci si allarga dalla Scandinavia all’area mediterranea, dall’Europa orientale a entrambe le Americhe. Molteplice è anche la caratterizzazione confessionale degli intervenuti.
I dieci Main Papers e i due Workshops sull’infanzia di Gesù e sulla cena, che formano il cuore del Simposio, dimostrano come, nonostante le non poche resistenze, il dibattito sul metodo si sia fatto davvero più vivace. La proposta di tentare «un’interezza metodologica» è accolta con frutti ormai evidenti e persuasivi. Le due esigenze dell’esegesi cattolica (ricerca storica qualificata e sviluppo teologico credente), felicemente sintetizzate nel n. 12 della Dei Verbum, appaiono attive e correttamente correlate in non pochi ricercatori. Un altro segno dell’efficacia della proposta di Ratzinger, mostrata dal Simposio, è stato il fatto che ai relatori principali, invitati dalla Fondazione, si sono voluti aggiungere molti altri esegeti e storici con un’offerta di qualificati studi personali. Gli interventi alla fine pubblicati sono tredici; molti di più erano stati gli interessati ad offrire un saggio personale. Purtroppo non tutti sono riusciti a stare nei tempi utili alla consegna e alla stampa.
Nel mese di dicembre, per l’appunto, sono stati pubblicati “con una tempestività sorprendente” – come notato da Civiltà Cattolica – i due volumi degli Atti del Simposio, che la vedono tra i curatori insieme a Bernardo Estrada e Armand Puig y Tarrech. Qual era il vostro intento? Cosa continuano a trasmettere adesso questi Atti e che diffusione sperate che abbiano?
Mons. Manicardi: L’intento era mettere da subito i risultati del Simposio a disposizione di utenti lontani. È ben noto come le lungaggini nella pubblicazione degli Atti talvolta riescano ad appannare i risultati raggiunti. I nostri relatori non si sono risparmiati la fatica e hanno corrisposto splendidamente a questo intento. Volevamo inoltre offrire agli studenti di Teologia e di Scrittura uno strumento utile allo studio analitico dei tre volumi di Benedetto XVI. In una quantità di pagine relativamente contenuta, si possono avere eccellenti strumenti di confronto su tutti i principali nodi del Gesù di Nazaret. Come curatori siano anche veramente soddisfatti che sia stato possibile offrire i due volumi a prezzi veramente contenuti.
Perché la loro presentazione, in programma il prossimo 8 aprile, si svolgerà presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma?
Mons. Manicardi: Perché il Pontificio Istituto Biblico, forse la sede più importante in cui studiano tanti esegetici cattolici,è l’istituzione più prestigiosa di studi sulle Sacre Scritture presenti a Roma. Abbiamo pensato che la sede più idonea per la presentazione fosse non tanto una particolare Università, ma questo punto di eccellenza universalmente riconosciuto. Si potrebbe inoltre indicare un motivo legato di più alla biografia del cardinale Joseph Ratzinger, che da Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, partecipava almeno una volta all’anno a una riunione della Pontificia Commissione Biblica, tenuta appunto in via della Pilotta.
Ci può indicare un motivo per il quale si sente di suggerire a teologi, docenti, studenti, ma anche ai semplici fedeli o alle persone in ricerca, di custodire nella propria biblioteca questi due tomi?
Mons. Manicardi: I due volumi del Simposio non sono certo leggibili di un fiato. Poiché il Trittico su Gesù di Nazaret avrà lunga vita, il fatto di avere a disposizione strumenti accessibili di confronto renderà più suggestiva la ripresa dell’opera ratzingeriana e più feconda la riflessione prolungata.