L’uomo potrà essere brillante nel suo parlare; seguire con la classe più raffinata ogni moda; mostrarsi professionalmente preparato; rivestire un carica prestigiosa, ma se riserverà nel suo cuore uno spazio per la gelosia, prima o poi sarà finito! Lo spirito del male che oggi è riuscito a prendere il sopravvento sulla fragilità dell’essere umano, proprio tramite la gelosia “impacchetta” i suoi capolavori maggiori. Non solo! La sua presenza puntuale blocca ogni tentativo di deviare dal percorso tracciato dalla stessa, perché capace di penetrare nella mente umana, come un rigagnolo d’acqua sotterraneo che arriva sicuro alla meta prefissata. Sul suo cammino c’è di continuo la rimozione del benessere altrui, materiale o spirituale, immediato o tardivo, ereditato o conquistato, appariscente o riservato. Il suo fine è disturbare la serenità del prossimo, come se tra l’altro fosse possibile un travaso o un trasferimento su se stessi di ciò che non si possiede! Si perde in tal modo il senso della misura e non si capisce che quanto viene costruito nella vita degli altri, anche se si riuscisse a portarlo via con l’inganno, la maldicenza e la prepotenza, non potrà mai essere goduto fino in fondo, anzi, nel maggior parte dei casi, si trasformerà in motivo di rovina personale.
Quando il pensiero è conquistato dalla gelosia, non vi è più pace nel cuore. Ogni evento, anche il più insignificante, ogni cosa che succede, anche quella non voluta e non pensata, diviene causa di turbamento, inquietudine, perdita della gioia, chiusura in un carcere spirituale nel quale il conquistato annega nella propria malvagità. In un numero del periodico del Movimento Apostolico leggo che lo spirito di gelosia non risparmia nessuno. Anche il cristiano, che dovrebbe perennemente camminare nello Spirito del Signore, che è il Creatore della verità nei nostri cuori, si lascia prendere da essa. Quando questo accade la comunità vive momenti di grande tristezza. Non si permette al Signore di regnare in seno ad essa con la sua luce di carità e amore. Si dona spazio al principe delle tenebre perché governi menti e cuori, mettendo in contrapposizione gli uni con gli altri. San Giacomo vede questo pericolo per le comunità cristiane schiuse alla gelosia e lo denuncia: “Non è questa la sapienza che viene dall’alto: è terrestre, materiale, diabolica; perché dove c’è gelosia e spirito di contesa, c’è disordine e ogni sorta di cattive azioni”. La sapienza diabolica spesso non è lontana da noi e trova nella gelosia l’alleata perfetta, per veicolare il seme del male e della distruzione dell’altro. Non è facile estirpare lo spirito della gelosia dal cuore. Come esso è il frutto di una fede errata, malamente concepita, razionalizzata, interiorizzata, vissuta, così la sua estirpazione è il frutto del ritorno della purissima verità di Dio in noi. Lo stesso re Saul aveva disobbedito al Signore per ben due volte. La sua disobbedienza è frutto in lui di un orgoglio ingovernabile. Non riusciva a sottomettersi a Dio, al suo profeta. Non accettava che sopra di lui vi potesse essere chi lo governasse e lo dirigesse nelle sue decisioni.
Infine la Gelosia per Davide che vince contro il gigante Golia lo acceca completamente. Accogliere la verità storica è invece purissimo atto di fede. Una fede morta genera solo morte spirituale, che diviene anche morte sociale, politica, filosofica, psicologica, antropologica. Lo spirito del male, che si ciba di sapienza diabolica prende così il sopravvento. Da questo spirito cattivo ci può salvare solo il Padre nostro celeste in Cristo, ricolmandoci della sua saggezza e intelligenza, grazia e verità. Mons. Costantino Di Bruno scrive a proposito che chi non è nella purissima fede in Dio, in Cristo Gesù, nello Spirito Santo, mai potrà salvarsi da esso. La storia lo attesta. Le cronache lo rivelano e lo certificano. Chi legge la cronaca quotidiana vede i frutti dello spirito del male, quando si impadronisce degli uomini sotto forma di superbia, avarizia, lussuria, concupiscenza, ira, gola, invidia, accidia, prepotenza, insipienza, malvagità, cattiveria. È lui la causa delle moltissime ingiustizie, immoralità, morti o uccisioni che si consumano sotto i nostri occhi. La gelosia dell’uomo lo alimenta con false dottrine, rallentando il cammino dell’uomo verso la sapienza di Dio e consegnandoci nelle divisioni ad una mondanità avvilente! Nei punti 97 e 98, dell’esortazione apostolica “Evangelii Gaudium”, Papa Francesco invoca il Signore perché l’uomo abbia la forza di vincere proprio quella mondanità che separa i cristiani e li porta al litigio, come succedeva anche tra i discepoli di Cristo. “…La mondanità spirituale porta alcuni cristiani ad essere in guerra con altri cristiani che si frappongono alla loro ricerca di potere, di prestigio, di piacere o di sicurezza economica…”. Una mondanità, detentrice della gelosia dell’uomo e della sua sapienza diabolica, che rincorre una religione di facciata! . “…Dio ci liberi da una Chiesa mondana sotto drappeggi spirituali o pastorali! Questa mondanità asfissiante si sana assaporando l’aria pura dello Spirito Santo, che ci libera dal rimanere centrati in noi stessi, nascosti in un’apparenza religiosa vuota di Dio. Non lasciamoci rubare il Vangelo!”. Grazie di cuore, Santo Padre!!!
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