Lettura
Il Dio di Israele non abbandona chi gli è fedele, niente e nessuno può impedire questo suo intervento liberatore. È l’esperienza vissuta dal profeta Daniele che, davanti al re, in terra d’esilio, benedice il suo Dio perché «ha mandato il suo angelo e ha chiuso le fauci dei leoni». Nel Vangelo di Luca il ricordo dell’assedio e della distruzione di Gerusalemme, da parte dei Romani nel 70 d. C., viene interpretato come l’inizio della “fine”, cioè del momento in cui tutta la creazione sarà liberata e l’umanità sarà invitata a risollevarsi e a guardare le meraviglie del Signore, che verrà a salvarla e a redimerla in modo pieno e definitivo.
Meditazione
La storia degli uomini, da sempre, purtroppo, conosce situazioni drammatiche: sorgere e tramontare di regni e di imperi, guerre, distruzioni, violenze, cataclismi naturali, ingiustizie sociali, misera, fame. E ogni uomo, nel segreto del suo cuore, cerca risposte al perché avvengano eventi così tristi. I credenti, di ieri e di oggi, interpretano spesso questi avvenimenti come l’avvicinarsi della fine del mondo, e in tutti si fa strada la convinzione dell’ineluttabilità di questi eventi. Anche i primi cristiani, nel ricordare il doloroso e tragico evento della distruzione di Gerusalemme, con la drammatica conseguenza della fuga da quella città ormai ridotta in macerie, pensarono di essere giunti alla fine di tutto. Ripensarono in quel momento alle rassicuranti parole di Gesù, che orientava il loro sguardo sulla certezza della sua seconda venuta nella potente immagine del “figlio dell’uomo portato su una nube con grande potenza e gloria”. Ed è un invito anche per noi, cristiani di questo tempo, a non disperare e a non lasciarci andare alla rassegnazione e al pessimismo, perché il Signore non verrà meno alla sua promessa. Egli ritornerà, anzi, sta già venendo incontro a noi, cui vien semplicemente chiesto di “alzare e levare il capo, perché la redenzione è vicina”. Certo, questo atteggiamento interiore ed esteriore non è facile, l’attesa può diventare stanchezza e trasformarsi in sfiducia, può dar luogo a comportamenti non sempre coerenti con la fede professata. Una vita di fede coerente costituisce invece, in mezzo all’umanità di oggi, un segno del Signore che viene, ed è forza di avanzamento nell’andare incontro a Lui. Rimettiamoci in cammino con lo sguardo su di Lui, il Signore, e con l’invocazione dei primi cristiani sulle nostre labbra: “Maràna tha! Vieni, Signore Gesù”.
Preghiera
La fede in te, o Cristo, guidi i nostri passi verso la patria eterna; la speranza, che ci fa guardare oltre le cose, ci doni pazienza; l’amore, che tutto vivifica, sia l’ala che ci trasporti all’incontro con te.
Agire
Il tuo “oggi” diventi, con la grazia di Dio, un altro piccolo passo, reso più agile dalla carità fraterna, per andare incontro al Signore.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Giovanni Ricchiuti, vescovo eletto di Altamura – Gravina – Acquaviva delle Fonti, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it