A tre settimane dall’arresto del superiore generale dei Camilliani Renato Salvatore, giunge da parte di padre Hubert Goudjinou, Consultore generale per la formazione, una lettera a coloro che si apprestano ad intraprendere l’apostolato camilliano. Il messaggio vuole essere un incoraggiamento ai giovani e a tutto l’Ordine a non perdere la speranza nonostante le difficoltà di questi giorni, e ad impegnarsi per una profonda rivitalizzazione interiore, riscoprendo la bellezza del carisma camilliano. Di seguito, il testo integrale:
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“Cari giovani,
dopo tre settimane dall’episodio di cui tutti siamo a conoscenza e di cui aspettiamo in preghiera l’evoluzione degli eventi, dopo diverse notti di insonnia e di turbamento, voglio rivolgere una parola a ciascuno di voi che siete la speranza dei malati e del nostro Ordine.
Dinanzi alla pagina particolare che si è inserita nel luminoso libro plurisecolare che tanti nostri confratelli, sulle orme di San Camillo, hanno saputo scrivere con la loro dedizione smisurata accanto ai sofferenti, sicuramente salgono dal vostro cuore tante domande: vale ancora oggi la pena di proseguire il cammino di discernimento? O vale la pena consacrare la propria vita per i malati nella nostra famiglia religiosa?
Senza dubbio la scossa è stata molto forte e, tra le persone scombussolate, non si può non pensare a voi. Sentire queste notizie in un periodo particolarmente difficile, caratterizzato dalla cultura del provvisorio e soggetto a una grande fragilità vocazionale, aumenta fortemente il rischio di lasciarsi condizionare dagli eventi. “Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce”.
Io credo che in questo momento, in cui festeggiamo il IV centenario della morte di San Camillo, anche se turbato da situazioni incresciose, potrebbe essere provvidenziale cogliere davvero l’opportunità per esaminare attentamente le nostre motivazioni, purificarle, riscoprire la bellezza che c’è nel seguire Cristo, nell’abbracciare il carisma camilliano. Sono convinto che il Signore non permette niente senza disporre per i suoi figli delle grazie speciali.I malati e i sofferenti, sempre numerosi, vi guardano con grande speranza e continuano a offrire le loro sofferenze per voi, perché possiate essere santi operai nella vigna del Signore.
Certamente, ognuno di noi è chiamato a impegnarsi per una profonda rivitalizzazione interiore, tenendo sempre presente gli indicatori necessari per una vita consacrata santa, rappresentati dall’impegno sincero sia nella vita preghiera, sia nella vita fraterna che nella vita ministeriale. Appoggiandoci su questi pilastri della nostra vita, non c’è motivo di perdere la speranza. Come afferma l’apostolo Paolo, “sono convinto che colui che ha iniziato quest’opera, la porterà al suo pieno compimento”.
Cari giovani, con coraggio ed entusiasmo, accogliamo gli eventi di questo tempo come un segno provvidenziale che c’invita a recuperare la missione essenziale di lievito, di fermento, di segno e di profezia, propria della vita consacrata, e che noi siamo chiamati a testimoniare presso i nostri fratelli e le nostre sorelle che vivono la stagione difficile della sofferenza.
Guardiamo a San Camillo! Con insistenza egli ci ricorda: “Beati voi! Beati voi! Che avete così buona occasione di servire Dio al letto dei malati”. Come lui, facciamo tacere tutti i nostri ragionamenti per fare spazio alle confidenze del crocifisso: “Di che ti affliggi, o pusillanime? Continua l’impresa che io ti aiuterò, essendo questa opera mia e non tua”.
Cari giovani, riferendomi all’Istruzione della Congregazione per gli istituti di vita consacrata “Ripartire da Cristo” (al n°11), sono certo che la storia della Chiesa è condotta da Dio e che tutto concorre al bene per quelli che lo amano. In questa visione di fede anche il negativo può essere occasione per un nuovo inizio, se in esso si riconosce il volto di Cristo, crocifisso e abbandonato, che si è fatto solidale con i nostri limiti fino a portare i nostri peccati sul suo corpo sul legno della croce.
Andiamo avanti! Guardiamo il futuro con grande speranza. Sempre nella storia della salvezza, la notte ha una sua misteriosa fecondità. Affidando ognuno di voi alla materna intercessione di Maria Santissima, madre del sì, prego il Signore, il Dio che vi chiama, perché vi ama di far sì, che all’entusiasmo del vostro primo incontro segua lo sforzo paziente della quotidiana corrispondenza.
A tutti i formatori, che mediante l’azione del Padre e dello spirito Santo, si sforzano di plasmare in ciascuno di voi, i sentimenti del Figlio, rinnovo la mia profonda gratitudine. Con abbraccio forte a ciascuno di voi e un ricordo costante nella preghiera”.