Ucraina: "La voce di milioni di morti per fame si appella alla coscienza dei contemporanei"

Il primate della Chiesa greco-cattolica ucraina, Sviatoslav Shevchuk, ricorda l’80° anniversario dell’Holodomor, la carestia che dal 1929 al 1933 uccise milioni di ucraini

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“La voce di milioni di morti per fame si appella alla coscienza dei contemporanei”. Queste le parole del Capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, nell’Appello per l’80° anniversario dell’Holomodor. Noto alla storia come il Genocidio o l’Olocausto ucraino, l’Holodomor è il nome attribuito alla carestia (di origine sia dolosa che naturale) che si abbatté sul territorio dell’Ucraina, dal 1929 al 1933, causando milioni di morti.

“Dall’Ucraina si levano le voci di milioni di uomini e donne, bambini e anziani che fanno appello alla coscienza dei nostri contemporanei, implorano di essere ricordati, chiedono giustizia, pietà e amore”, ha affermato il primate della Chiesa greco-cattolica ucraina. “Questa voce – ha proseguito – dovrebbe essere ascoltata sia dai successori delle vittime, sia dai successori di quelli che hanno venduto e comprato il pane, sottraendolo alle vittime che, così, insieme al pane, hanno perso anche la vita. Ascoltare questa voce significa pregare ed espiare per loro”.

Shevchuk ha inoltre ricordato ai fedeli che, 80 anni fa, i coltivatori di grano – che per secoli hanno nutrito, con il lavoro delle proprie mani, intere nazioni – all’improvviso sono stati privati del pane. “In uno degli anni più difficili, quando il Signore aveva concesso agli ucraini il frutto delle loro terre in abbondanza, questo pane è stato confiscato con la forza e venduto, mentre interi villaggi di contadini sono stati relegati nelle cosiddette ‘liste nere’, condannati a una lenta e terribile morte per fame” ha denunciato Sua Beatitudine.

Ha poi sottolineato che la carestia “artificialmente architettata nelle terre del Granaio d’Europa”, 80 anni fa, è riconosciuta come “il genocidio degli ucraini” da parte di molti Paesi. Tale ricordo evoca ancora oggi, nel cuore di milioni di persone in tutto il mondo, l’eco del dolore.            “Noi – ha detto il primate – i figli della nazione ucraina, proviamo questo dolore in modo particolarmente struggente, poiché il regime di Stalin ha negato il diritto alla vita a milioni di nostri fratelli e, in seguito, un decreto comunista ha negato per decenni, in maniera sistematica e senza scuse, il diritto alla memoria”.

Ai fedeli e agli uomini di buona volontà, il Capo della Chiesa ha dunque augurato: “Possa la Memoria Eterna di Dio, che imploriamo nelle preghiere commemorative, esprimersi anche nella memoria nazionale di queste pagine tragiche della storia del nostro Paese”. Ha poi delegato a tutti i preti la celebrazione di funzioni commemorative: sabato 23 novembre, una Divina Liturgia Divina, e, domenica 24 il Requiem Panakhyda, per il riposo delle anime degli innocenti uccisi dall’Holodomor. Infine, Sviatoslav Shevchuk ha esortato tutti i fedeli della Chiesa greco-cattolica ucraina ad accendere una candela commemorativa nelle loro case e a partecipare alle funzioni e agli altri eventi commemorativi della comunità.

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Lyubomyr Ferens

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