Il rapimento di Hamed Abd El-Samad, ovvero le tenebre della ragione (Prima parte)

Un gruppo estremista che si ispira ai Fratelli Musulmani ha sequestrato uno dei principali leader musulmani liberali egiziani

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“Ricercato morto. Ha oltraggiato l’Inviato di Dio e l’islam. Il grande cane Hamed Abd El-Samad, movimento infedele dei laici. Luoghi in cui è possibile trovarlo: Sharia ‘Alawi edificio 10, piano secondo – dietro la Banca Centrale – in fondo a Sharia al-Bursa in centro città. Sede del Partito degli egiziani liberi in Sharia al-Qunsuliyya al-Isbaniyya incrocio Sharia Fuad”.

Così recitava l’atroce comunicato comparso su Facebook, a metà del giugno scorso, su profili che si ispirano all’ideologia dei Fratelli musulmani. Come se ciò non bastasse nello stesso periodo anche ‘Asim ‘Abd al-Majid, emiro della Gamaat al-Islamiyya, ovvero di uno dei bracci armati della Fratellanza, è comparso sul canale Al-Hafez (www.youtube.com/watch?v=qvvjjQ6imFA) per emettere una fatwa in cui condannava a morte Abd El-Samad e il movimento dei laici.

In un altro video su YouTube (www.youtube.com/watch?v=8Bigtu_6mcA) lo shaykh egiziano Hatem al-Howaini invita lo shaykh dell’università di al-Azhar, Ahmad al-Tayyeb, a non mostrare misericordia nei confronti “dell’eretico Hamed Abd El-Samad”. È questo il motivo che desta enorme preoccupazione la notizia, diffusa questa notte dal sito del quotidiano egiziano Al-Yom al-Sabi, del rapimento al Cairo del politologo Hamed Abd El-Samed. A confermare la notizia è il fratello di quest’ultimo, Mahmud Abd El-Samad, che narra che il fatto è accaduto ieri verso le quattro e un quarto del pomeriggio.

Su sollecitazione dell’Ambasciata tedesca, in quanto Abd El-Samad vive e insegna da quindici anni in Germania, al suo arrivo in Egitto gli era stata garantita una protezione in virtù delle minacce appena riportate. Ieri pomeriggio non era accompagnato, ma rendendosi conto di essere seguito da un’automobile nera avrebbe avvisato (troppo tardi) la sicurezza.

Sinora l’allarme non è rientrato e il politologo non è ricomparso. Merita comunque comprendere quale sia la sua vera posizione nei confronti dell’islam. Tra i suoi libri, pubblicati in arabo e in tedesco, il più contestato è senza dubbio Der Untergang der Islamishen Welt. Eine Prognose” (Droemer Verlag, Monaco di Baviera 2010, Il declino del mondo islamico. Una prognosi) nel quale analizza con lucidità e obiettiva la situazione critica in cui versa il mondo islamico. In una intervista rilasciata nel 2010 alla rivista tedesca Der Spiegel, Abd El-Samad chiarisce le proprie posizioni in modo inequivocabile. Alla domanda se si schierasse a favore del politico fortemente anti-islamico e anti-immigrazionista Theo Sarrazin rispondeva: “Lui crede che l’islam stia prendendo piede in ogni dove. Anch’io sono molto critico nei confronti di molti aspetti dell’islam. Ma credo che l’islam stia cercando una via d’uscita. L’islam non deve essere demonizzato, bensì deve essere riformato dal basso verso l’alto”.

Quanto al declino del mondo islamico cui si riferiva il suo saggio spiegava: “Il fatto importante è che in quasi tutti i paesi a maggioranza musulmana, osserviamo un declino della civiltà e una stagnazione di tutte le forme di vita. L’islam non offre risposte convincenti alle sfide del XXI secolo. Si trova in uno stato di declino intellettuale, morale e culturale”.

E ancora: “La nostra religione ha molte direzioni. Le differenze possono interessare i teologi e gli antropologi, ma sono irrilevanti dal punto di vista politico. L’elemento decisivo è rappresentato dalla mancanza generale di direzione e dall’arretratezza, che spesso conducono a un fondamentalismo aggressivo. L’islam è come una droga, come l’alcol. Una piccola quantità può avere un effetto salutare e curativo, ma quando il credente afferra la bottiglia della fede dogmatica in ogni situazione allora diventa pericoloso”.

Quanto alla differenza tra se stesso e Sarrazin, Abd El-Samad ribadiva: “Lui ha paura dell’islam, mentre io temo per l’islam”. Alla domanda se fosse diventato ateo, risponde chiaramente in modo negativo e spiega: “Il mio sogno, infatti, è un islam illuminato, senza sharia e senza jihad, senza segregazione di genere, senza proselitismo e senza il complesso di superiorità. Una religione aperta alla critica e alle domande. Io mi sono convertito dalla fede alla conoscenza tempo fa.[…] Mi percepisco come musulmano. È la mia comunità culturale. Per me l’islam è la mia patria e la mia lingua e il mio arabo non può essere separato da tutto ciò”.

[continua]

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Valentina Colombo

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