Dopo aver ringraziato durante l’Angelus di ieri, monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, per il suo impegno nell’organizzazione degli eventi dell’Anno della Fede, papa Francesco ha esteso la sua gratitudine ai volontari che hanno vi prestato servizio.
I volontari, accompagnati da monsignor Fisichella, sono stati ricevuti in udienza stamattina dal Santo Padre nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico.
“L’Anno della fede, che si è concluso ieri – ha dichiarato il Pontefice – è stato per i credenti un’occasione provvidenziale per ravvivare la fiamma della fede, quella fiamma che ci è stata affidata nel giorno del Battesimo, perché fosse da noi custodita e condivisa”.
Papa Francesco ha quindi elogiato i volontari dell’Anno della Fede per la “generosità” dimostrata nel “servizio dei percorsi spirituali proposti ai vari gruppi di fedeli con appropriate iniziative pastorali”.
Il Santo Padre si è poi soffermato sulla natura della fede, quale “cardine dell’esperienza cristiana, perché motiva le scelte e gli atti della nostra vita quotidiana. Essa – ha detto – è la vena inesauribile di tutto il nostro agire, in famiglia, al lavoro, in parrocchia, con gli amici, nei vari ambienti sociali” e si manifesta “specialmente nei momenti di difficoltà e di prova”, quando “il cristiano si lascia prendere in braccio da Dio, e si stringe a Lui, con la sicurezza di affidarsi ad un amore forte come roccia indistruttibile”.
Il “prezioso servizio” prestato dai volontari durante tutto l’Anno della Fede, ha proseguito il Papa, è stata per loro un’opportunità di “cogliere meglio di altri l’entusiasmo delle diverse categorie di persone coinvolte”. È quindi doveroso “lodare il Signore per l’intensità spirituale e l’ardore apostolico suscitati da tante iniziative pastorali promosse in questi mesi, a Roma e in ogni parte del mondo”.
La fede in Cristo “è capace di scaldare i cuori, diventando realmente la forza motrice della nuova evangelizzazione” e se vissuta “in profondità e con convinzione”, può “aprirsi a vasto raggio all’annuncio del Vangelo”.
Grazie a questa fede, le comunità diventano “missionarie” e “in effetti c’è bisogno di comunità cristiane impegnate per un apostolato coraggioso, che raggiunga le persone nei loro ambienti, anche in quelli più difficili”, ha commentato il Papa.
In conclusione il Santo Padre ha sottolineato l’importanza di “aprirsi a quanti sono più poveri di fede e di speranza nella loro vita. Parliamo tanto di povertà, ma non sempre pensiamo ai poveri di fede: ce ne sono tanti”.
Sono tante, infatti, ha osservato, “le persone che hanno bisogno di un gesto umano, di un sorriso, di una parola vera, di una testimonianza attraverso la quale cogliere la vicinanza di Gesù Cristo”.