Lettura
Intorno a quattro giovani israeliti, tra cui il futuro profeta Daniele, e intorno ad una vedova senza nome si svolgono due eventi della storia della salvezza. Il primo metterà in evidenza che Dio non abbandona il suo popolo e che è soltanto Lui a tessere le trame della storia. Il secondo, nel Vangelo di Luca, si svolge nel tempio di Gerusalemme, dove Gesù osserva attentamente due scene: l’ostentazione della ricchezza per finalità religiose e una vedova che nel tesoro getta soltanto due monetine. Il Signore giudica il primo atteggiamento come “povero” e “inutile”, mentre affermerà la “ricchezza” di cuore della vedova povera.
Meditazione
Il tema della povertà, come condizione necessaria e per seguire Gesù e come stile di vita della comunità cristiana, costituisce, nel Vangelo di Luca, una riflessione decisiva e determinante. Il Vangelo veniva letto nelle prime comunità cristiane, destinatarie di un insegnamento che non ammetteva compromessi. I “ricchi”, che Gesù osserva mentre gettano le loro monete nel tesoro del tempio, e la vedova che offre soltanto due “spiccioli”, sono emblematici della considerazione e dell’uso del denaro e della ricchezza nella Chiesa di ieri e di oggi. Gli Atti degli Apostoli ci raccontano della condivisione dei beni materiali tra i primi cristiani, affinché non ci fosse nessun bisognoso tra di loro, nessuno che dovesse mendicare o elemosinare (At 4,34). Questo ideale di vita cristiana scaturisce dunque non dal possesso dei beni, che rende ricchi e talvolta anche “generosi” di buone opere e di buoni sentimenti, ma dal cuore libero e dalle mani aperte per un’esistenza cristiana esemplare, che soltanto a queste condizioni può essere nel mondo testimone di giustizia sociale e di fraternità solidale. Un tema scottante ai nostri giorni nei quali tutta la Chiesa, anche su invito di Papa Francesco, desidera ritornare a sognare ad occhi aperti la realtà di una Chiesa povera e di una Chiesa dei poveri. Al compimento del tempo e nel giudizio finale il Signore dovrà trovarci in questa condizione, discepoli “poveri”, che hanno saputo riconoscere il suo volto nei “poveri” della storia di ogni tempo, e che a loro hanno dato tutto quello che avevano, non il superfluo, il non più utilizzabile e l’inservibile. Questa prospettiva cristiana delle realtà ultime non può e non deve essere messa in ombra nella nostra testimonianza, perché il severo ammonimento di Gesù rivolto agli scribi, “religiosissimi divoratori” delle case delle vedove, ci spinga ad una vita cristiana libera dalle cose per amare e servire.
Preghiera
Tieni lontana dal nostro cuore e dalle nostre mani, Signore, ogni forma di avidità e suscita il desiderio di seguirti con uno stile di vita sobrio e semplice.
Agire
Rinuncia, oggi, come la vedova “povera” a qualcosa che in qualche modo per te significa “tutto quello che hai”.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Giovanni Ricchiuti, vescovo eletto di Altamura - Gravina - Acquaviva delle Fonti, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it