"Rivisitare l'antropologia di Lonergan"

Alla Gregoriana, dal 27 al 30 novembre, una Conferenza internazionale sul teologo che affrontò la crisi economica

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Cominceranno nel pomeriggio di mercoledì 27 novembre le quattro giornate della conferenza internazionale che la Pontificia Università Gregoriana ha voluto dedicare al gesuita canadese Bernard Lonergan, teologo, matematico ed economo. Perito al Concilio Vaticano II, fu considerato una delle menti filosofiche più raffinate del XX secolo, tanto che il «Time Magazine» gli dedicò un ampio servizio nell’aprile 1970. Chiamato da Paolo VI a far parte della Commissione Teologica Internazionale con Joseph Ratzinger, non mancò di criticare alcune teologie del post-Concilio fondate su una «cattiva filosofia». Tra i suoi numerosi ammiratori anche i cardinaliCamillo Ruini e Carlo Maria Martini.

Lo hanno definito un “conservatore esploratore”. «Il suo motto, preso in prestito da Leone XIII – ricorda il teologo Michael Paul Gallagher, che interverrà al convegno – era “Vetera novis augere et perficere”, cioè “accrescere e migliorare le cose vecchie con le nuove”, perché credeva fortemente nelle scoperte e nelle novità, avendo come stella polare gli insegnamenti dell’Aquinate». Tommaso d’Aquino, insieme a John Henry Newman e Agostino di Ippona, fu l’autore maggiormente studiato da Lonergan. Prima alunno e successivamente professore alla Gregoriana, egli si convinse della necessità di rifondare il metodo di insegnamento della filosofia e della teologia, sollecitato dallo sviluppo delle scienze e dai radicali mutamenti culturali in atto, affinché risultassero «all’altezza del suo tempo». Le sue due opere principali (InsightIl metodo in teologia) raccolgono una serie di veri e propri esercizi per attuare una «conversione intellettuale».

Colpito da cancro ai polmoni, dedicò i suoi ultimi 10 anni al ripensamento delle strutture economiche, producendo contributi inediti da parte della teologia (For a New Political EconomyMacroeconomic Dynamics: An Essay in Circulation Analysis). P. Gerard Whelan, autore di un recente studio sull’impegno sociale di Lonergan, sottolinea l’importanza di questa opzione. «Quando si rese conto che la malattia non gli lasciava molto tempo, tra tanti temi speculativi che avrebbe potuto scegliere Lonergan decise di tornare all’economia, consapevole che pochi altri avevano i suoi strumenti. Era rimasto molto colpito dalla crisi economica del ’29 e si chiedeva come aiutare i propri contemporanei a promuovere il processo di redenzione della storia».

La conferenza internazionale presso la Gregoriana si concluderà la sera di sabato 30 novembre. Vi parteciperanno i maggiori esperti mondiali di Lonergan, nonché suoi ex alunni, come Frederick G. Lawrence e Matthew Lamb. Oltre alle relazioni frontali, i lavori si svilupperanno attraverso tavole rotonde e workshop, raccogliendo testimonianze dai cinque continenti su come il metodo di Lonergan sia stato applicato ad ambiti disciplinari differenti, dalla pedagogia, alle scienze sociali fino al dialogo interreligioso.

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ZENIT Staff

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