Riaperta la chiesa di Sant'Antonio in Mercadello dopo il terremoto

La comunità  ha ritrovato la sua identità intorno all’edificio costruito 50 anni fa. Domenica 17 novembre, la prima Messa

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Domenica 17 novembre, con la Santa Messa delle ore 10, ha riaperto ai fedeli la chiesa di Sant’Antonio in Mercadello, frazione del Comune di Novi di Modena, dopo un intervento di riparazione dei danni dal terremoto.

L’edificio rientra nel gruppo di chiese con danni minori e di cui era in progetto la riapertura a breve termine. Finanziata per 150 mila euro dalla Regione Emilia Romagna, la riparazione ha interessato i muri portanti, oggetto di un intervento di cuci-scuci, la ripresa degli intonaci interni crollati e la verifica della struttura di cemento armato, in particolare del grande timpano. All’esterno si è optato per non rifare il frangisole in cotto, distrutto dalle scosse, e valorizzare invece la dimensione policroma e figurativa delle vetrate con il doppio intento di rendere visibili le vetrate dall’esterno, quando dentro sono accese le luci, e nello stesso tempo permettere una maggiore luminosità all’interno della chiesa. Sempre per avere maggiore luminosità, l’interno è stato tinteggiato uniformemente con un colore chiaro.

E’ stato rimosso perché danneggiato e non più necessario il muro rivestito di marmo che ospitava l’altare preconciliare, in questo modo si è data una maggiore profondità all’area presbiterale. I lavori di ripristino della chiesa hanno offerto l’occasione per completare una sorta di adeguamento liturgico con la realizzazione del nuovo ambone stabile e della sede presidenziale in armonia con gli altri poli liturgici.

“Non si è voluto celebrare tanto la riapertura, poiché i danni erano tutto sommato limitati – chiarisce l’amministratore parrocchiale don Luca Baraldi – ma la festa della comunità che si ritrova nuovamente unita per ascoltare la Parola di Dio e aprirsi al Suo amore. La chiesa era gremita come mai l’ho vista negli ultimi anni. Paradossalmente proprio a seguito dell’esperienza del terremoto la comunità ha ritrovato la sua identità intorno alla chiesa che 50 anni fa fu edificata grazie all’impulso di don Ivo Galavotti. La chiesa di mattoni – conclude il sacerdote – è infatti espressione della comunità credente che vive nel territorio”.

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ZENIT Staff

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