Lettura
Gesù entra in Gerico, e cammina per essa, facendosi toccare e vedere da tanta gente. Di un solo uomo si fa il nome: Zacchèo, capo dei pubblicani. Questi erano coloro che riscuotevano le pubbliche imposte per conto dei dominatori di Roma. Erano considerati peccatori pubblici, per questo venivano evitati. Nel brano evangelico è descritta la vicenda di un uomo perduto che, dall’incontro con Gesù, giunge rapidamente alla conversione e alla salvezza. Questo è possibile perché l’incontro superficiale tra la folla approda ad una conoscenza intima e personale all’interno della casa del peccatore, che Gesù chiama “Figlio di Abramo”.
Meditazione
Forse Zacchèo inizialmente desiderava vedere Gesù per semplice curiosità, ma quando incontra l’ostacolo della folla il desiderio si evolve in bisogno, che ci fa compiere anche gesti coraggiosi. Corre avanti e sale su un sicomoro. Per vedere Gesù non bisogna guardare ciò che lasciamo (cfr. Lc 9,61-62), né sdraiarsi per terra per aggrapparsi alle proprie sicurezze. Se desideriamo incontrarlo, il Signore ci chiede di non avere né paura né vergogna di andare avanti con fiducia incontro alla sua misericordia, e di staccarci almeno ogni tanto dalle preoccupazioni della terra sollevandoci sull’albero della preghiera. Anche se siamo di piccola statura spirituale e morale, non dobbiamo mai dimenticare che il Signore non si lascia vincere in generosità e compassione proprio verso i piccoli (cfr. Mt 18,14). Nonostante la folla, Gesù rivolge il suo sguardo pieno di amore verso un uomo in particolare, il peggiore, secondo tanti. Non lo rimprovera, non lo condanna, ma risponde al suo desiderio di conoscerlo. Gesù lo si può intravvedere anche nel chiasso del mondo, ma per conoscerlo e fare comunione con lui occorre entrare con gioia nell’intimità della casa del proprio cuore (cfr. Mt 6,6). È lì che Gesù vuole prendere dimora, perché è lì che l’uomo decide liberamente come impostare la propria vita. Gesù non si lascia fermare dalle mormorazioni, anche quando sono tutti a farlo. A Gesù non interessa il giudizio e il consenso della gente, ma solo fare la Volontà del Padre. Egli va avanti dritto su questa strada, perché la missione da compiere è quella di portare la salvezza a chi si è perduto. Zaccheo, con Gesù nel cuore, decide di spezzare il proprio pane con i poveri e di riparare efficacemente il male compiuto, perché in Gesù ha trovato la suprema ricchezza che lo riempie in sovrabbondanza.
Preghiera
Concedimi sempre, Signore, l’umiltà di Zaccheo e il suo coraggio di salire sul sicomoro e farsi salvare dal tuo amorevole sguardo di perdono. Entra ogni giorno nella mia casa e nella mia vita, affinché la mia conversione sia sempre più profonda.
Agire
Oggi riconoscerò umilmente un mio errore, proverò un pentimento sincero per il male provocato e cercherò di rimediare.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Giovanni Ricchiuti, vescovo eletto di Altamura – Gravina – Acquaviva delle Fonti, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it