Lettura
Il brano del Vangelo di questa domenica segna l’inizio del discorso di Gesù sulla fine dei tempi. Gesù si trova a Gerusalemme, negli atri del Tempio, quando, partendo dall’annuncio della distruzione del Tempio, si prolunga nel profetizzare quanto dovrà avvenire prima che sia la fine. L’attenzione non va posta, però, su ogni singola parola, ma sull’invito alla perseveranza durante tutto il tempo della Chiesa. Luca, a differenza degli altri evangelisti, mette l’accento proprio sull’impegno, generoso e costante, che servirà per vivere “profeticamente” il tempo della storia, in attesa del suo pieno compimento.
Meditazione
Gesù parla “della fine” dei tempi e “del fine” della storia partendo dalle vanagloriose considerazioni di alcuni circa le belle pietre del tempio di Gerusalemme. Quando il fascino di ciò che è terreno monopolizza il cuore dell’uomo, questi facilmente smarrisce la strada che conduce alla mèta della vita. Gesù spiega che tutto ciò che ci circonda è destinato a concludersi. Nulla rimarrà, tutto passerà, solo Dio resterà. Sarebbe insensato, quindi, legare il cuore a ciò che è destinato a finire. I disordini umani, gli sconvolgimenti nella natura, le persecuzioni dei giusti, devono essere un’occasione per ben più gravi sconvolgimenti nella coscienza di ogni uomo, chiamato a cercare innanzitutto il Regno di Dio e la sua giustizia. Se la vita dell’uomo è ancorata in Dio, nulla la potrà far vacillare. Mai, quindi, lasciarsi spaventare da nulla, poiché la storia di ciascuno non è statica, ma dinamica. Si muove verso un compimento certo, il giorno in cui Dio farà nuove tutte le cose. Le prove e le tribolazioni sono necessarie. Attraverso di esse veniamo forgiati ad immagine di Colui che ha umiliato se stesso facendosi obbediente fino alla croce (cfr. Fil 2,8). Le avversità possono avere un senso se le ordiniamo al raggiungimento del fine della vita, l’essere santi. Se non subiamo passivamente la storia, ma la viviamo da protagonisti, tutto può essere ordinato al Bene. Per giungere alla pienezza della vita serve tanta perseveranza, quella del lavoro certosino di chi realizza un capolavoro d’arte. La perseveranza è la virtù di chi, tenendo gli occhi fissi su un obiettivo, non si lascia distogliere da niente e da nessuno nel suo camminare verso di esso (cfr. Eb 12,1-3). La salvezza non dipende dal possedere né dal godere, ma dal divenire, in mezzo alle onde del mondo, uomini e donne forti e saldi in Dio.
Preghiera
Donami Signore, la tua forza, riempi del tuo Santo Spirito la mia piccolezza perché anche io possa perseverare, donami parola e sapienza affinché la mia testimonianza sia efficace e l’avversario non possa prevalere.
Agire
In questa giornata mi sforzerò di parlare con dolcezza cercando di cogliere il bene presente in ogni persona, incoraggiando tutti quelli che incontrerò.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Giovanni Ricchiuti, vescovo eletto di Altamura – Gravina – Acquaviva delle Fonti, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it