"Euntes docete"

Solenne Atto Accademico presso la Pontificia Università Urbaniana. Conferita la Laurea Honoris Causa al prof. Gerald H. Anderson e a S.E. Mons. Thomas Menamparampil

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Giovedì 14 novembre, ha avuto luogo la solenne inaugurazione dell’anno accademico nella Pontificia Università Urbaniana.

La Pontificia Università Urbaniana è un’istituzione accademica che fa parte della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. Le sue funzioni di ricerca e insegnamento si svolgono nell’ambito del sistema educativo della Santa Sede regolato dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica. Le sue origini risalgono al 1 agosto 1627 quando con la Bolla Immortalis Dei Filius il Papa Urbano VIII diede origine al Collegio Urbano, primo nucleo del sistema educativo della Congregazione De Propaganda Fide. All’Ateneo venne subito concesso il privilegio di conferire il titolo di dottore, proprio dello Studium Urbis, oggi Università La Sapienza. Il 1 ottobre 1962, pochi giorni prima dell’inizio del Concilio Vaticano II, con il Motu Proprio Fidei Propagandae il Beato Giovanni XXIII elevò l’Urbaniana al rango di Università Pontificia. Il suo motto è nelle parole: “Euntes Docete”.

La cerimonia di inaugurazione è cominciata nella cappella dei Re Magi del Collegio Urbano, con la solenne concelebrazione presieduta da Sua Eminenza Card. Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e Gran Cancelliere dell’Università; erano presenti anche Sua Ecc.za Savio Hon Tai Fai, Segretario della Congregrazione e ViceGrancelliere, Padre Taddeo Wojda, Sottosegretario ed inoltre il Magnifico Rettore dell’Urbaniana, padre Alberto Trevisiol, i decani delle Facoltà, il Segretario Generale, i professori. La Cappella era gremita di studenti, provenienti da tutto il mondo.

Dopo la Santa Messa, il Cardinale e le Autorità Accademiche hanno incontrato gli Ambasciatori delle nazioni di provenienza degli studenti.

Nell’Aula Magna ha poi avuto luogo il solenne Atto Accademico con la consegna di due dottorati Honoris Causa in Missiologia, conferiti a Sua Ecc.za Mons. Thomas Menamparampil S.D.B., arcivescovo emerito di Guwahati, e al prof. Gerald H. Anderson.

Introdotti dalla Laudatio tenuta dal prof. Gianni Colzani, i due nuovi dottori hanno tenuto le loro lectiones di notevole pregio e spessore.

Il prof. Gerald H. Anderson, nato nel 1930 a New Castle in Pennsylvania, è un pastore metodista che ha dedicato tutta la propria vita alla missione. Professore di storia della chiesa, teologia della missione, filosofia della religione, si è impegnato in modo speciale nella missione in Asia. Fondatore e presidente della American Society of Missiology, partecipa a molti gruppi missionari ed ecumenici. Dal 1972 ha partecipato con ruoli importanti allo International Association for Mission Studies, di cui è membro onorario, collaborando in particolare al DABOH, il settore Documentation Archives Bibliography and Oral History

Nella sua lectio dal titolo “A new Missionary Age” ha offerto una notevole riflessione sulla missione centrata nell’annuncio di Gesù Cristo, approfondendo in modo speciale l’enciclica Redemptoris Missio del Beato Giovanni Paolo II. Il prof. Anderson ha espresso con passione la fisionomia intellettuale e umana profondamente missionaria, che portò Robert T. Coote a definire la sua vita come «career defined by and devoted to the worldwide mission of Jesus Christ».

L’arcivescovo Thomas Menamparampil, salesiano, nato nel 1936 a Palai, nel Kerala, vescovo di Dibrugarh (Assam – India) dal 1981 al 1992, e poi arcivescovo di Guwahati (Assam – India) dal 1995 al 2012; Segretario speciale alla Assemblea speciale per l’Asia del Sinodo dei vescovi, tenuta a Roma dal 19 aprile al 14 maggio 1998, nel 2006 è eletto presidente della Conferenza Episcopale Regionale del Nord-Est dell’India; nel 2008 è presidente della Commissione nazionale per l’Educazione e la Cultura della Catholic Bishops’ Conference of India. Nel 2009 è autore delle meditazioni della Via Crucis, presieduta da Benedetto XVI. Nel 2011, riceve la candidatura a Nobel per la pace, proposta da “Il Bollettino Salesiano”, e rilanciata da altri mezzi di comunicazione e appoggiata dal portavoce della Conferenza dei Vescovi indiani don Joseph Babu Karakombil.

Nella sua lectio dal titolo “I have an obbligatio to all People Rm 1,14” ha illustrato cosa sia la missione, basandosi sul Vangelo interpretato entro la propria lunga e profonda esperienza, con una strategia di pace che fa vivere la Parola di Dio nei cuori e nella vita delle persone e delle comunità. In modo particolare, ha colpito la sua asserzione che il Vangelo va sussurrato, proprio in quanto annuncio profondo, che parla nel profondo.

Gli Atti dell’incontro saranno pubblicati, in edizione bilingue inglese/italiano, dalla casa editrice Urbaniana University Press.

Nell’Aula Magna della PUU, è sembrato proprio di vedere splendere quanto Giovanni Paolo II scrisse alla conclusione della Redemptoris Missio nel 1990: “Vedo albeggiare una nuova epoca missionaria, che diventerà giorno radioso e ricco di frutti, se tutti i cristiani e, in particolare, i missionari e le giovani chiese risponderanno con generosità e santità agli appelli e sfide del nostro tempo” (n.92).

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione