L’incontro tra due messaggeri di speranza. Ecco ciò che è stato l’abbraccio tra papa Francesco e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. È significativo che il Santo Padre, il figlio di italiani “venuto dai confini del mondo”, e il presidente della Repubblica, insieme nella “casa comune di tutti gli italiani”, abbiano innanzitutto parlato e concordato sulla centralità della questione antropologica, posta da un’umanità che ha cambiato il modo di guardare e percepire se stessa. Papa Francesco e il presidente Napolitano, ciascuno nella propria azione, hanno espresso una forte e prioritaria considerazione della persona, di ciascuna persona che si incontra in particolar modo nelle periferie dell’umano. Un amore per il prossimo che è anche denunzia contro ogni forma di egoismo, ogni tentazione al particolarismo.
Papa Francesco e il presidente Napolitano sono, e noi con loro, con i migranti in cerca di un domani migliore, con i poveri che non hanno da mangiare, con i lavoratori senza lavoro, con le famiglie senza tutele e mai apprezzate abbastanza nel loro ruolo di cellula primaria di ogni società umana degna di dirsi tale.
La misericordia di Dio e generose risposte politiche sono ciò che solo apre a un futuro di speranza per l’Italia, per l’Europa e per il mondo intero. Un futuro di speranza è ciò che si augurano i ragazzi, i giovani e gli adulti dell’Azione cattolica italiana che per questo continueranno a impegnarsi quotidianamente accanto ad ogni persona, in ogni spicchio anche il più piccolo e lontano del nostro amato Paese.