Lettura
Gesù è in cammino con i suoi verso Gerusalemme, dove svelerà in pienezza la sua identità di Figlio di Dio venuto per servire e dare la vita (cfr. Mc 10,45). Per aiutare i discepoli a comprendere che anche loro sono chiamati ad essere servi umili e non padroni ambiziosi, pone loro tre semplici domande, a cui è facile rispondere. È la pedagogia umile e paziente di Gesù, che ritroviamo anche nel dialogo con i due discepoli diretti verso Emmaus (cfr. Lc 24,13-35). Il Maestro si pone a fianco dei suoi discepoli e con le sue domande li conduce a trovare l’eterna verità di Dio scritta in ogni cuore.
Meditazione
Al tempo di Gesù, la condizione servile era tra le peggiori: il servo, infatti, non godeva né di particolari diritti, né meritava alcuna gratitudine per il servizio prestato; ma per il cristiano il termine servo può diventare un titolo d’onore nella misura in cui pone la propria vita al servizio di Colui che per primo si è reso servo non solo dell’uomo, chinandosi a lavare i piedi degli Apostoli, ma anche del Padre suo, facendosi obbediente a Lui fino alla morte (cfr. Fil 2,8). In Gesù abbiamo l’esempio perfetto dell’umiltà e dell’obbedienza. Sono, questi, due aspetti della vita cristiana che non possono essere scissi. Con l’umiltà, ereditata da Gesù, chiniamoci dinanzi al fratello, imperfetto, ed accogliamolo con la stessa misericordia con cui, noi per primi siamo accolti infinite volte da Dio. Facendo nostri i suoi pesi e le sue gioie, cerchiamo il bene in lui presente e valorizziamolo. Dopo ogni opera buona non cadiamo nella vanagloria, provando intimo compiacimento, ma riteniamoci ancora servi inutili, perché tutto il bene che possiamo operare è dono suo. A Dio solo va l’onore e la gloria. L’obbedienza di Gesù ci insegna che non esiste servo che sia più grande del proprio padrone; pertanto è necessario abbandonare ogni pretesa che, egoisticamente, ci porti a volere Dio al nostro servizio, sempre pronto ad esaudire ogni nostra richiesta o capriccio. Dio è Padre e ci provvede in ogni nostra necessità temporale e spirituale, ma solo alla luce della fede possiamo riconoscere il suo agire, anche quando esso va contro le nostre aspettative. Rimaniamo in amorevole, umile ed obbediente sottomissione a Dio, così come un bambino sta sottomesso al padre che lo ama e ha cura di lui: allora non saremo più chiamati servi (cfr. Gv 15,15), ma amici, e come ricompensa riceveremo la gioia di servirlo, conoscerlo ed amarlo.
Preghiera
Signore, tu ci hai creati per amarti e per servirti nei nostri fratelli. Donaci di essere servi fedeli, in grado di compiere il proprio dovere; fa’ che impariamo a conformare la nostra vita a quella di Gesù!
Agire
Oggi sorriderò alla monotonia del mio dovere quotidiano, e m’impegnerò a rendere un servizio a qualcuno che mi sta vicino.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Giovanni Ricchiuti, vescovo eletto di Altamura – Gravina – Acquaviva delle Fonti, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it