Così monsignor Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati, ha introdotto il volume del Cardinal Bertone, presentato oggi pomeriggio nell’aula del Sinodo.
“Si tratta – ha precisato il presule – di una raccolta organica, attentamente curata dal prof. Vincenzo Buonomo, che affronta alcuni dei temi fondamentali dell’azione diplomatica della Santa Sede, ma si sofferma anche sui tratti distintivi di coloro che sono i protagonisti principali di tale azione, dal Papa ai Rappresentanti Pontifici”.
Alcune tematiche del libro costituiscono il fil rouge dell’azione diplomatica della Santa Sede. “Uno di questi “fili rossi” – ha sottolineato mons. Maberti – è l’edificazione della pace”. Infatti, – ha continuato – uno degli obiettivi della diplomazia pontificia è proprio quello di “costruire ponti fra tutti gli uomini, così che ognuno possa trovare nell’altro non un nemico, non un concorrente, ma un fratello da accogliere ed abbracciare”.
Bertone – ha rilevato monsignor Mamberti – ricorda il Magistero dei Pontefici a partire da Pio XII, evidenziando come “l’insegnamento dei Papi dopo il 1945, soprattutto nel riferimento indeclinabile al Vangelo della pace e a una “metafisica della pace” costruita sui principi dell’ordine morale, sia la luce che ha guidato l’azione e gli interventi delle comunità ecclesiali”.
Il Cardinale Bertone ben evoca come non vi sia contraddizione tra la libertas Ecclesiæ e la libertà religiosa, sostenendo che attraverso questa lettura del Magistero, si comprende ancora una volta che l’azione diplomatica della Santa Sede è sempre orientata verso un bene positivo.
“Essa non è uno sguardo negativo sull’uomo e sulla realtà” ha sottolineato monsignor Mamberti, perchè “si adopera per infondere fiducia, è animata dalla speranza cristiana” e, come ci ricorda il Santo Padre Francesco, “non è semplicemente ottimismo”, ossia “quell’atteggiamento umano che dipende da tante cose”
Da qui – ha detto Mamberti citando Benedetto XVI – la necessità di “luoghi di fiducia”, poiché “la vita umana diventa impossibile quando non si può più prestare fiducia all’altro o agli altri, quando non ci si può appoggiare sulla loro esperienza, sulla loro conoscenza”.
Il Segretario per i Rapporti con gli Statiha concluso affermando che “una delle capacità dell’azione diplomatica della Santa Sede è proprio di avere quello sguardo ‘cattolico’ – ossia universale – proprio della Chiesa, per cui il patrimonio di ogni singolo popolo, costituisce una ricchezza per tutta quanta l’umanità”.