"Effetto Francesco"

Per il 50,8% dei sacerdoti il Papa porta più fedeli in chiesa

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L’«effetto Francesco», per cui commossi dagli appelli ad affidarsi alla misericordia divina del nuovo Papa un certo numero di fedeli ritorna in chiesa dopo anni di lontananza, continua a essere percepito in più della metà delle comunità cattoliche italiane. Lo rivela una ricerca del sociologo Massimo Introvigne, che sarà presentata al Cottolengo a Torino lunedì 11 novembre. Introvigne aveva testato per primo la teoria dell’«effetto Francesco» nello scorso aprile, dopo un mese di pontificato di Papa Bergoglio. Allora i sacerdoti e religiosi che affermavano di avere riscontrato nella propria comunità un aumento delle persone che si riavvicinano alla Chiesa o si confessano era del 53%, e il fenomeno era notato anche dal 41,8% dei laici. Il sociologo presenta ora al Cottolengo il libro «Il segreto di Papa Francesco» (Sugarco, Milano 2013), uno sguardo sul retroterra argentino del Papa e sui primi mesi del suo Magistero, dove torna sull’indagine di aprile, che era stata accolta con interesse e recensita da riviste specializzate e quotidiani anche fuori dell’Italia, e in diversi Paesi era stata ripetuta da sociologi con risultati in parte simili e in parte diversi.

Al convegno di Torino Introvigne presenta una nuova indagine, svolta a sei mesi dalla prima e su un campione più ampio. Il risultato è che l’effetto Francesco è ora percepito dal 50,8% dei sacerdoti e religiosi. Come già in aprile, la percezione è decisamente più alta tra i religiosi (79,37%), ma resta maggioritaria anche considerando i sacerdoti e religiosi nel loro insieme. Ancora come in aprile, i laici percepiscono l’effetto Francesco meno dei religiosi, ma la percentuale che se ne avvede resta comunque significativa: 44,8%.

«Le oscillazioni intorno ai tre punti – spiega Introvigne – sono statisticamente normali. Il fatto che il numero di sacerdoti e religiosi che percepiscono l’effetto sia lievemente diminuito e quello dei laici sia lievemente aumentato non è decisivo. Il dato rilevante è che, a distanza di sei mesi dalla prima indagine e di sette mesi dall’inizio del pontificato, il fenomeno dell’effetto Francesco non dà segni di riflusso, anzi si consolida».  «Un po’ più della metà dei sacerdoti e religiosi – prosegue il sociologo – nota nella propria comunità un effetto Francesco, che non svanisce con il passare dei mesi ma perdura. Se cercassimo di tradurre il dato in termini numerici e su scala nazionale, con riferimento anche solo a metà delle parrocchie e comunità, dovremmo parlare in Italia di centinaia di migliaia di persone che si riavvicinano alla Chiesa accogliendo gli inviti di Papa Francesco. Un effetto massiccio e perfino spettacolare».

«Naturalmente – conclude lo studioso – l’effetto Francesco segnala solo un primo movimento di ritorno alla Chiesa. Ma, come ha affermato lo stesso Papa Francesco in un discorso tenuto il 14 ottobre 2013 alla plenaria del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, quando il primo annuncio attecchisce deve partire un secondo tempo, la catechesi. Questa, però, non dipenderà più dall’efficacia comunicativa del Papa ma dalle comunità e dalle parrocchie. Se le conseguenze dell’effetto Francesco saranno davvero solide e durature dipende, dunque, da come i sacerdoti, i religiosi e anche i laici e i movimenti sapranno assecondare la strategia pastorale del Pontefice».

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ZENIT Staff

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