Checco ha trovato finalmente un lavoro adatto a lui: il venditore porta a porta di aspirapolveri. Ne piazza molti (a tutti i suoi parenti) ma si indebita fino al collo per soddisfare le sue voglie consumistiche e alla fine si ritrova pieno di debiti, con la moglie in cassa integrazione (la fabbrica in cui lavora è fallita) e con la promessa fatta a suo figlio di una magnifica vacanza che non può mantenere.
Checco parte con il figlio Nicolò per il Molise, dove spera di vendere altri aspirapolveri. Fallita anche questa iniziativa, Checco ha la capacità di far parlare un bambino amico di Nicolò affetto da mutismo selettivo. La madre si mostra molto riconoscente e li invita a una crociera con il suo yacht. In più questa giovane mamma è separata ed è molto carina…
Checco Zalone è il nuovo comico italiano. La sua originalità e la sua forza vitale attraggono, sbancano il botteghino anche in questa terza prova del sodalizio fra Checco (attore, sceneggiatore, compositore) e Gennaro Nunziante (regista e sceneggiatore).
Film dopo film, qualcosa sta cambiando nelle loro opere: le battute di Checco sono meno volgari, la costruzione della storia non funge da semplice sostegno alle sue gag ma si tratta di un vero e proprio racconto. I “bersagli” del comico sono ora diversi: non sono più i seguaci della Lega Nord o gli schemi preconcetti nei confronti degli omosessuali come in “Cado dalle nubi” né il fanatismo dei terrorismi islamici e le raccomandazioni che elargiscono i porporati in “Che bella giornata“: questa volta se la prende con gli imprenditori spregiudicati ma anche con le formule preconfezionate dei movimenti di sinistra, con il cinema intellettuale ma anche con gli ambienti snob seguaci del veganismo e delle meditazioni yoga; con gli psicologi che si inerpicano su diagnosi fantasiose ma anche con le tirchierie della zia di campagna.
Piove a catinelle non è però una semplice variazione sul tema della comicità mordace di Checco: distrugge con ironia come nel passato ma questa volta la parte costruens risulta predominante e i valori promossi appaiono più netti: ben sviluppato è il rapporto fra un figlio che crede sempre e comunque nel padre e un padre che stravede per il figlio, ma protagonista è anche l’amore coniugale, per il quale, a quanto pare ogni tanto è molto utile un po’ di sana gelosia.
Se questi sono i valori manifesti nel film perché parte integrante del racconto, non meno chiari sono quelli che si celano dietro le battute del nostro mattatore. I suoi riferimenti ideali in questo film appaiono più chiari: il recupero dell’uomo e della natura nella loro primigenia e spontanea originalità, liberata dalle sovrastrutture che siamo riusciti a costruire, quasi un novello Jean-Jacques Rousseau.
Se per due volte si prendono in giro delle psicologhe dell’infanzia, solerti solo nel prescrivere farmaci, è per dare il segnale che i bambini vanno curati soprattutto con l’affetto e la comprensione di chi sta loro realmente vicino. Se in un convegno di industriali Checco attacca le complesse burocrazie della comunità europea intorno alla mozzarella, è per ricordare che non c’è nessun controllo che può garantire il gusto di una mozzarella fatta bene. Se la fabbrica dove lavora sua moglie sta fallendo è perché ha iniziato a realizzare dozzinali tessuti industriali e non quei tessiti raffinati e colorati che erano il motivo per cui la fabbrica era nata :“ognuno deve fare ciò che sa fare bene” dichiara la nuova padrona alle operaie.
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Titolo Originale: Sole a catinelle
Paese: ITALIA
Anno: 2013
Regia: Gennaro Nunziante
Sceneggiatura: Checco Zalone, Gennaro Nunziante
Produzione: PIETRO VALSECCHI PER TAODUE
Interpreti: Checco Zalone, Aurore Erguy, Miriam Dalmazio, Robert Dancs
Per ogni approfondimento: http://www.familycinematv.it