Chilogrammo di luce

Non ci sarebbe luce se non ci fosse qualcosa che si consuma

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È significativo il vedere che non ci sarebbe luce se non ci fosse qualcosa che si consuma. Mentre si distrugge la cera si diffonde la luce.

Anche l’uomo è una cera che si consuma per edificare man mano in sé e attorno a sé il regno di Dio: “Mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno, viene edificata un’abitazione eterna.”

È bello constatare che un chilogrammo di cera acceso dinanzi all’altare, in pochi giorni di luce, grazie alla fiammella vivace, si volatilizza…; si potrebbe dire: “Si spiritualizza”. La cera si trasforma in luce.

È proprio grazie al peso, all’opaco della cera che può vivere e brillare la fiammella. Trattenuta in basso, quella lingua di fuoco può illuminare coloro che lavorano e camminano.

È grazie all’uomo vecchio che può vivere l’uomo nuovo; grazie al peso dell’umano che si ravviva il soprannaturale.

Le tentazioni del baratro spesso generano uno slancio uguale e contrario verso la vetta; il peccato, la colpa ti immergono nella fiamma del perdono e rivelano a tutti la luce della misericordia di Dio; l’immenso vuoto dell’umano può accogliere la presenza di Dio.

Ciao da P. Andrea

Per richiedere copie dei libretti di padre Andrea Panont e per ogni approfondimento si può cliccare qui.

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Andrea Panont

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