Abbraccio senza fine

Dalle coccole di mamma alle coccole di Dio

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Era difficile in casa mia ricevere le coccole, anche perché la mamma non aveva tanto tempo da dividere per otto fratellini.

Ma ricordo che mio fratello più piccolo, più debole e malato era spesso costretto a letto e con ciò poteva essere oggetto di quelle particolari attenzioni e carezze, sorrisi – coccole, appunto – da parte della mamma.

Una volta preso dalla voglia di “coccole” mi finsi ammalato anch’io. Ma il trucco venne scoperto; il tentativo andò a vuoto e dovetti lasciare la precedenza al fratellino più debole e bisognoso..

Giorni fa parlavo ad una trentina di anziani, tutti dagli ottanta ai novant’ anni e oltre. Dalle coccole di mamma sono passato alle coccole di Dio. Man mano che si vive, ci si avvicina sempre di più a Lui. Nella vecchiaia si moltiplicano i dolori della vita: dolori che mi annunciano la vanità del tutto e mi rivelano sempre meglio le “attenzioni” di Dio.

La chiesa canta: “mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno, viene preparata un’abitazione eterna nel cielo”. La salute, le capacità della giovinezza distraggono da Dio. Nel periodo della salute stabile, in cui si corre e si ha tanto da fare, gli incontri con Lui risultano saltuari, a sbalzi, a brevi e lunghe intermittenze.

Grazie però alle ripetute visite del dolore e della malattia, tale incontro si fa sempre più frequente e ci assicura il passaggio dalle coccole all’abbraccio definitivo e senza fine con Chi ci ha fatti per sé.

Ciao da P. Andrea

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Andrea Panont

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