Che ci fa un romanziere americano, vivente e noto mondialmente per la crudezza e la violenza delle sue cupe storie di frontiera, come Cormac McCarthy all’interno di un corso dell’ateneo più prestigioso del cattolicesimo?
Per capirlo si deve riavvolgere il nastro a più di due anni fa quando è stato istituito il Centro Fede e Cultura Alberto Hurtado presso l’Università Gregoriana, un centro di teologia aperta ai laici che sviluppa un tema annuale declinato attraverso un percorso di incontri, conferenze, eventi culturali con cadenza settimanale, di mercoledì, da ottobre a maggio.
Oltre alla conferenze “frontali” che prevedono l’impiego delle migliori teste pensanti della teologia, fuori e dentro lo storico ateneo dei gesuiti di piazza della Pilotta, un mercoledì al mese si tiene l’incontro denominato “Mercoledì delle Arti”, coordinato dall’associazione culturale BombaCarta, aperto al contributo delle varie discipline artistiche, dal teatro alla letteratura, dalla musica alla poesia.
Quest’anno il tema scelto dal coordinatore del Centro Hurtado padre Sandro Barlone è il male, declinato in modo “bergogliano” già nel titolo dato alla rassegna: “Nelle ‘periferie’ dell’esistenza: di fronte al male”.
Come primo incontro del Mercoledì delle Arti il prossimo mercoledì, 6 novembre sarà appunto la volta di McCarthy, l’autore de La strada e di Non è un paese per vecchi (che ha vinto l’Oscar nella versione cinematografica dei fratelli Cohen).
L’incontro è articolato in due momenti: a partire dalle ore 18 ci sarà una tavola rotonda, animata da visioni di spezzoni cinematografici tratte dai diversi film ispirati dall’opera di McCarthy, che vedrà presenti alcuni dei maggiori esperti dello scrittore americano: Eraldo Affinati, a sua volta tra i migliori romanzieri italiani, Stas Gawronski, autore e conduttore di Cult-Book e il critico letterario Paolo Pegoraro, moderati da Andrea Monda, presidente di BombaCarta.
Nella seconda parte, alle ore 20, ci sarà lo spettacolo teatrale tratto dal romanzo Sunset Limited realizzato dallo stesso Monda con gli studenti del liceo Albertelli. “McCarthy è un autore ormai ineludibile, non solo per la grandezza letteraria della sua prosa”, osserva Monda, “ma anche per la capacità di scavare nelle pieghe del mistero dell’esistenza umana, con un linguaggio ruvido, scarno, pieno di riflessi biblici, capace di creare una tensione quasi insostenibile tra libro e lettore, che viene messo in crisi soprattutto da quegli scenari, drammatici quando non apocalittici, in cui lo scrittore pone i suoi personaggi estremi, intensamente umani, impegnati nella tragica lotta tra la speranza e il non-senso”.