“Uomo di discernimento e di pace”, “profeta” e “padre della Chiesa”. Non poteva scegliere parole più belle Papa Francesco per ricordare il cardinale Carlo Maria Martini, ad un anno dalla scomparsa. Il porporato si spegneva il 31 agosto dello scorso anno, nella casa dei Gesuiti a Gallarate, in provincia di Varese, ad 85 anni. La sua vita nella Chiesa era iniziata già a 17 anni, quando entrò nella Compagnia di Gesù. Svolse poi l’incarico di rettore del Pontificio Istituto Biblico e, in seguito, della Pontificia Università Gregoriana. Fu arcivescovo di Milano per oltre vent’anni, dal 1979 – anno in cui fu nominato da Giovanni Paolo II – fino al 2002.
In occasione quindi del primo anniversario della morte del porporato, questa mattina, è stata presentata a Papa Francesco la “Fondazione Carlo Maria Martini”, un’iniziativa della Provincia d’Italia della Compagnia di Gesù, in collaborazione con l’Arcidiocesi di Milano. Il progetto è stato esposto, nella Casa Santa Marta, da padre Carlo Casalone provinciale d’Italia dei gesuiti, insieme agli animatori e ai membri della Fondazione.
A loro, Papa Francesco ha detto: “Fare memoria del cardinale Martini è un atto di giustizia”, esprimendo tutto il suo apprezzamento per l’iniziativa. Tra i propositi della Fondazione – riferisce il sito ufficiale – c’è infatti quello di ricordare il cardinale Martini, “promovendo la conoscenza e lo studio della sua vita e delle sue opere”, mantenendo vivo “lo spirito che ha animato il suo impegno” e “favorendo l’esperienza della Parola di Dio nel contesto della cultura contemporanea”.
Inoltre – riferisce il portale – particolare attenzione sarà data al “dialogo ecumenico, interreligioso, con la società civile e con i non credenti, unitamente all’approfondimento del rapporto indissolubile tra fede, giustizia e cultura”, caratteristiche che hanno sempre animato il ministero dell’Arcivescovo di Milano. Tra gli obiettivi della Fondazione figura, dunque, la promozione dello “studio della Sacra Scrittura con un taglio che metta in gioco anche altre discipline, tra cui la spiritualità e le scienze sociali”, la collaborazione “a progetti formativi e pastorali – rivolti in particolare ai giovani – che valorizzino la pedagogia ignaziana”, e infine “l’approfondimento del significato e la diffusione della pratica degli Esercizi Spirituali”
A Santa Marta, stamane, era presente anche padre Federico Lombardi, il direttore della Sala Stampa vaticana, che – in un’intervista alla Radio Vaticana – ha descritto l’incontro di oggi con il Papa. Un incontro “breve, informale ma significativo” – ha detto – perché “bisognava che il Papa fosse la prima persona informata direttamente sulla nascita di questa Fondazione e sulle sue finalità”.
Il provinciale padre Casalone – ha proseguito padre Lombardi – “ha rivolto un bell’indirizzo spiegando la natura e la finalità della Fondazione e il Papa ha risposto, come è suo solito, in modo molto spontaneo e diretto, con alcuni ricordi del cardinale Martini”. In particolare, ha riferito il portavoce vaticano, Bergoglio ha ricordato il ruolo fondamentale del cardinale Martini nella 32° Congregazione generale dei Gesuiti nel 1974, durante la quale, con “saggio discernimento”, il porporato “discusse in modo abbastanza impegnativo e teso la questione del rapporto tra la fede e la giustizia”.
Papa Francesco, ha aggiunto Lombardi, “ha ricordato questo grande contributo di Martini, sia come servizio alla Compagnia di Gesù e alla sua unità nell’approfondire un tema fondamentale, e sia anche per il buon rapporto e la comprensione tra la Compagnia di Gesù e la Santa Sede”. A quel tempo, sul Soglio di Pietro c’era Papa Paolo VI, “che con i suoi collaboratori seguiva con molta attenzione e partecipazione la vita della Compagnia di Gesù ed i suoi problemi”. L’opera svolta da Martini fu quindi “determinante”.
Il Santo Padre – ha poi dichiarato il direttore della Sala Stampa – ha quindi “incoraggiato la Fondazione al suo lavoro, ricordando il dovere dei figli di ricordare i padri”. Perché, secondo Papa Francesco, Carlo Maria Martini si può qualificare come “un padre nella Chiesa, padre per la sua diocesi, padre per innumerevoli persone”. “Anche noi – ha soggiunto il Pontefice – alla fine del mondo abbiamo ricevuto da lui un grande contributo per la conoscenza biblica ma anche proprio per la spiritualità e la vita di fede, nutrita dalla Parola di Dio”.
Le prime iniziative della Fondazione dedicata allo storico Arcivescovo di Milano hanno ricevuto, dunque, “la benedizione e l’incoraggiamento di Papa Francesco”. E questo – ha rimarcato padre Federico Lombardi – “per noi era molto significativo”, perché alla Fondazione “partecipano i Gesuiti italiani che sono i detentori (per volontà dello stesso Martini) del suo archivio personale e dei suoi scritti”. Mentre i libri della sua biblioteca sono andati alla diocesi di Milano. I Gesuiti italiani, come “rappresentanti della famiglia e rappresentanti dell’arcidiocesi di Milano”, dovranno quindi amministrare e valorizzare “questo lascito così importante”. Pertanto, ha concluso padre Lombardi, l’iniziativa porta in sé “la responsabilità dei componenti principali legati alla vita e all’eredità di Martini” e non avrebbe potuto avviare la sua opera senza il placet del Successore di Pietro.