Tutta la rivelazione biblica è pervasa da un Leitmotiv: la ricerca del volto di Dio.
Nelle prime pagine della bibbia infatti leggiamo che all’inizio l’uomo e la donna, nel loro stato di originaria innocenza, stavano a diretto contatto con Dio e ne potevano quindi contemplare il volto.
Nell’Esodo poi Mosè chiede a Dio di mostrargli il suo volto, ma il Signore gli concede di ammirare solo le sue spalle.
Si giunge poi alla pagina evangelica dove l’apostolo Filippo chiede a Gesù di mostrargli il Padre ed egli gli risponde che chi vede il Figlio vede il Padre. Cristo infatti è, come dirà l’apostolo Paolo, “l’immagine del Dio invisibile”.
Poter raffigurare Cristo quindi significa cogliere una scintilla dell’infinito e sarebbe impossibile per l’uomo una simile aspirazione, se non fosse stato Dio stesso a rivelarsi.
I tratti fisionomici di Gesù si ricavano da alcune preziose reliquie come quella della Sindone di Torino o il Velo di Manoppello, chiamato anche Veronica (= Vera immagine). A quest’ultima reliquia, conservata nel piccolo centro abruzzese, e ad ogni sua rappresentazione, è dedicato un sito internet che raccoglie migliaia di immagini provenienti da tutto il mondo.
Stiamo parlando di http://raffackfav.wordpress.com/, la pagina web che accoglie il progetto “VeronicaRoute” che intende catalogare tutto ciò che in un modo o nell’altro tratta del Volto di Gesù.
Attraverso pochi click è possibile guardare come il Volto di Gesù faccia bella mostra di sé nelle più svariate forme: possiamo, ad esempio, trovare il Velo tenuto in mano da angeli o da Santa Veronica, rappresentato durante la salita al Calvario o inciso su medaglie votive.
Le immagini possono essere visionate in ordine cronologico, divise per secoli, e addirittura sono state mappate su Google Maps.
È possibile inoltre leggere tutti i testi che nel corso dei secoli, fino ai tempi più recenti, sono stati scritti sul Volto di Gesù.
Come si può vedere, il più intimo anelito dell’uomo, soddisfatto in parte dal velo di Manoppello, non è solo un motivo di fede – il che già sarebbe qualcosa di immenso – ma diventa cultura attraverso numerosissime espressioni sia figurative che letterarie.
Volendo tornare alla pagina biblica dalla quale siamo partiti, possiamo citare il Salmo 26: “Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per contemplare la bellezza del Signore e ammirare il suo santuario”.
Crediamo che queste parole del re Davide possano ben sintetizzare il progetto “VeronicaRoute” e che il binomio “bellezza del Signore – bellezza del suo santuario” tracci un sentiero che inevitabilmente la Chiesa dovrà battere nei prossimi anni nel proporre in modo ancora più efficace la nuova evangelizzazione.
Per approfondimenti o informazioni: www.nicolarosetti.it
(Articolo tratto da Àncora Online, il settimanale della Diocesi di San Benedetto del Tronto)