"Prima di giudicare gli altri, guardiamo piuttosto a noi stessi"

Meditazione di mons. Enrico dal Covolo per la puntata del 25 agosto di “Ascolta si fa sera”

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Pubblichiamo la meditazione preparata da monsignor Enrico dal Covolo, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense, per la puntata di oggi, domenica 25 agosto 2013, del programma quotidiano di informazione religiosa “Ascolta si fa sera” di Rai Radio 1. 

Per un infortunio di mons. dal Covolo, il testo non è stato registrato.

***

Un giovane monaco stava seduto ogni giorno all’ingresso del villaggio, insieme al suo maestro.

Così i due monaci potevano incontrare le persone, dire a loro una buona parola, confortare gli afflitti, consigliare i dubbiosi…

Tutti salutavano i monaci con grande cortesia, e il saluto era ricambiato di cuore. Soltanto un uomo non rispondeva al loro saluto, o lo faceva appena appena, con un grugnito scontroso.

“Come mai”, chiese una volta il giovane monaco all’anziano, “come mai quell’uomo non gradisce il nostro saluto?”.

“Forse è sordo”, azzardò il maestro. “Oppure ha troppi pensieri…”.

“Oppure è un gran maleducato”, tagliò corto il giovane monaco. 

Un giorno, mentre quell’uomo passava davanti ai due monaci, improvvisamente stramazzò a terra, come se fosse stremato dalle fatiche. E di fatto lo era, perché, sollevandolo, i due monaci notarono che l’uomo portava con sé, sotto il mantello, una quantità enorme di sassi pesanti.

Accompagnarono l’uomo alla sua casa.

Qui la moglie spiegò a loro: “Sono diversi anni che questo mio povero marito esce ogni mattina dal villaggio, e ritorna a casa, alla sera, carico di pietre. Da parecchi anni stiamo costruendo una piccola cappella di famiglia, e lui non vuole che la gente lo sappia. Così ogni sera porta con sé un gran carico di pietre, e durante la notte edifica una parte del tempio”.

Il giovane monaco ammutolì. L’anziano gli strizzò un occhio.

Da quel giorno il giovane collaborò alla costruzione della cappella, finché essa non fu finita.

L’episodio ci raccomanda di essere molto cauti nei nostri giudizi sugli altri.

Molte cose noi non le sappiamo.

Prima di giudicare gli altri, guardiamo piuttosto a noi stessi e ai nostri limiti.

Per usare le parole di Gesù nel celebre Discorso della montagna, “perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?

“Come fai a dire al tuo fratello: ‘Lascia che io tolga la pagliuzza dal tuo occhio’, mentre nel tuo occhio c’è la trave?

“Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio, e allora ci vedrai bene, per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello…” (Matteo 7,3-4). 

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Enrico dal Covolo

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